Il primo dicembre scorso, dopo aver battuto 2-0 lo Spezia segnando anche un gol, Lautaro Martinez fu il primo a sollevare il problema relativo al manto erboso di San Siro, dichiarando testualmente: “Facciamo fatica a fare il nostro gioco su questo campo, speriamo di trovarlo meglio perché stiamo lottando per cose importanti e il campo deve essere all’altezza. Non è buono presentare un campo così”.
Martedì scorso sono stati i tecnici di Milan e Liverpool, impegnati nell’ultima giornata di Champions, a fare eco all’argentino. Così Pioli: “Credetemi, il campo di San Siro in questo momento non è un terreno adatto. Ho parlato anche con Klopp e mi ha detto ‘Cacchio, Anfield è un’altra cosa’. Ci credo che è un’altra cosa. Poi abbiamo perso e il campo era così per entrambe la squadre, ma il terreno non è buono“.
Effettivamente, nell’ultimo periodo il manto erboso di San Siro rappresenta un ostacolo per la qualità di gioco espressa da Inter, Milan e gli avversari di turno. Lo si vede ad occhio nudo, sugli spalti o in tv, figuriamoci per chi quell’erba la calpesta. Ma da dove nasce il problema? Se lo chiede La Gazzetta dello Sport, che ha provato a rintracciarne le cause scatenanti.
“Intanto è importante ricordare che nella primavera del 2012 il prato del Meazza – che dopo la costruzione del terzo anello per il Mondiale del 90 ha avuto mille problemi per la minore circolazione di luce e aria – è stato sostituito con un nuovo manto ibrido, composto da erba artificiale ed erba naturale insieme: la cosiddetta erba naturale rinforzata. Il sistema (adottato da altri club italiani ed europei) è in realtà un vero manto in erba naturale, rinforzato però sottoterra. L’erba artificiale c’è ma non si vede e non si percepisce. In pratica l’erba naturale viene rinforzata per mezzo di iniezioni di fibre sintetiche nel terreno. Le fibre vengono iniettate con appositi macchinari a circa 20 centimetri di profondità ed a una distanza di due una dall’altra. La parte di erba sintetica che fuoriesce dal terreno è di soli 2 centimetri. Fatto ciò si procede alla semina dell’erba naturale con la miscela idonea ai normali manti erbosi sportivi. Ma questo al momento complica la strada di un’eventuale parziale rizollatura“.
I fitti impegni che ormai dal Covid in poi vedono coinvolte le principali squadre europee hanno diversi effetti collaterali: una quantità di infortuni spropositata, la stanchezza sempre più determinante, ma anche lo stress al quale viene sottoposto il terreno di gioco.
“Con due squadre impegnate in tutte le competizioni (senza dimenticare la Nations League di ottobre, con Italia-Spagna e Francia-Spagna), l’erba non riesce a riposare. Con Inter-Torino del 22 dicembre scatterà la pausa natalizia di due settimane che permetterà un netto miglioramento della situazione. Ma dalla Befana (la Lega deve ancora ufficializzare anticipi e posticipi del girone di ritorno) lo stress se possibile aumenterà, con due turni in tre giorni. Il 12 gennaio poi si gioca la finale di Supercoppa tra Inter e Juve, ma il giorno dopo c’è Milan-Genoa di Coppa Italia e poi si riprende col campionato. Come se non bastasse, nel weekend del 22-23 gennaio Inter (contro il Venezia) e Milan (Juve) per la prima volta nella loro storia giocheranno entrambe in casa, pur in date diverse. Bisogna infatti pareggiare la giornata in cui la Uefa ha requisito il Meazza in vista della Final Four di Nations League, costringendo i due club a giocare in contemporanea in trasferta”.