Dopo l’anteprima di ieri, Sky Sport ha mandato in onda la lunga intervista integrale al direttore sportivo dell’Inter, Piero Ausilio, che è partito ancora una volta dall’estate difficile vissuta da lui e da tutti i tifosi nerazzurri: “Quello estivo non è stato un miracolo, ma c’è stato un minimo di disorientamento nel momento in cui Lukaku ci dice che vuole andar via, non era previsto. Sapevamo che avremmo dovuto fare un sacrificio sul mercato ed avevamo organizzato e preparato quello di Hakimi, perché si stava parlando con il Psg da mesi di questa opportunità, ma quello che è successo con Lukaku è stato non previsto. E soprattutto quando ti arriva così, in piena stagione, fai fatica a riorganizzarti per mantenere la competitività dell’Inter ad altissimi livelli. Lì siamo stati bravi perché non ci siamo persi d’animo. Abbiamo avuto forza, capacità ed anche un po’ di fantasia: abbiamo individuato l’allenatore e i calciatori che potevano essere i migliori. Oggi aver sostituito Lukaku con Dzeko e Correa, a quelle condizioni, vuol dire aver fatto un ottimo lavoro. E i fatti lo stanno confermando”.
Il direttore sportivo dell’Inter ha ripercorso gli anni di crescita graduale con la proprietà cinese e gli allenatori succedutisi: “Suning e Zhang arrivano all’Inter nel luglio 2016 e da allora è stato un crescendo di calciatori, allenatori e management: io non dimentico nessuno, neanche le persone con cui abbiamo iniziato nelle difficoltà. Tutto parte con allenatori come Pioli, Spalletti che è stato il primo a riportarci in Champions League. Poi c’è stato il biennio di Conte che ha portato a questo successo dopo tantissimo tempo, grazie al grande lavoro del suo staff e di tutti noi. E oggi abbiamo un bravo architetto di design“.
Quei giorni di fine maggio, dopo l’addio di Conte, sono stati turbolenti, ma l’Inter è riuscita ad essere reattiva e fiondarsi subito su Inzaghi. Ma come è riuscito a convincerlo così repentinamente? “È stato tutto molto veloce. Sapevamo di questo incontro, a noi era stato fatto arrivare che non c’era niente di definito. Quindi, sulla base di questo, e andando in scadenza il 30 giugno, abbiamo pensato di avere le nostre chance, di poter essere convincenti e lo siamo stati. Siamo stati bravi a chiudere velocemente, tutto è stato fatto al telefono e attraverso delle conference call perché fisicamente ci siamo visti dopo, ma per firmare. L’ho convinto con le idee e con il progetto: noi non stavamo perdendo tutto, stavamo solo perdendo qualcuno di quegli elementi importanti, sapendo però che potevano essere sostituiti. I fatti stanno dimostrando, anche se non abbiamo ancora vinto niente, che la strada che abbiamo iniziato a percorrere è comunque positiva e al momento sta dando dei buoni risultati”.
La scelta, in effetti, si sta rivelando azzeccata, visti i risultati e le prestazioni convincenti che stanno caratterizzando l’Inter sotto la guida del tecnico piacentino: “Pensare a lui come un architetto di interni vuol dire pensare a lavorare su una struttura già esistente e quindi dedicarsi a quello che poi era il bello, cioè cercare di dare un po’ più di libertà a questa squadra, un po’ più di qualità attraverso il possesso palla, le giocate e un po’ di fantasia in più. Questo non si può non notare in quella che è l’espressione della squadra in questo momento, su una struttura già molto forte e solida“.
All’apertura della sessione invernale mancano ormai due settimane: quali sono i margini di manovra nerazzurra? “Io penso che la squadra così com’è sia forte e competitiva. Al mercato in entrata potrei pensare solo nel momento in cui arriva qualche giocatore di quelli che sta giocando meno, sta trovando meno spazio e magari vuole andare via per trovare più opportunità. Ad oggi nessuno è venuto, ad oggi il numero che abbiamo è perfetto e siamo completi in ogni reparto. Il mercato di gennaio non è un mercato al quale stiamo pensando in questo momento”.
Molti nomi vengono accostati quotidianamente all’Inter, sia per gennaio che per la prossima sessione estiva. A partire da Onana, promesso sposo nerazzurro e portiere del futuro. Ma Ausilio mantiene la prudenza: “Rientra tra quei giocatori di cui leggo continuamente. Penso a tanti giocatori nella sua situazione: alcuni in scadenza di contratto li abbiamo anche qui all’Inter. Noi guardiamo tutto, comprese queste opportunità che potrebbero arrivare”.
Ad Ausilio, poi, sono stati fatti tre nomi: Julian Alvarez del River Plate, Marcus Thuram del Borussia Monchengladbach e Darwin Nunez del Benfica: “L’unica cosa che posso ammettere è quella di Thuram, che è passata, perché ne ha parlato Raiola e posso confermare che su di lui stavamo lavorando. Sugli altri, onestamente, non c’è mai stato nulla. Se ci sarà? Al momento stiamo bene così. Riprendere Lukaku? In prestito sì…“
Dopo una sessione caratterizzata dalle cessioni pesanti, i tifosi dell’Inter si augurano di non dover ricorrere ad altri sacrifici l’estate prossima. Questo il pensiero – molto realistico – di Ausilio a riguardo: “Dal punto di vista economico, noi come penso tutte le società normali (perché poi ce n’è qualcuna che non è normale in giro per l’Europa) vogliamo fare della stabilità, della continuità e del progetto, anche a livello di equilibrio finanziario e quindi dal punto di vista economico, una certezza. Dobbiamo durare nel tempo. Tutto deve essere coniugato con una stabilità finanziaria, perché i tempi lo richiedono. L’Inter deve autofinanziarsi? Fino ad oggi il sostegno è sempre arrivato. Al di là di quello che uno può pensare, qua gli stipendi vengono pagati in modo regolare e puntuale. La squadra deve solo pensare a lavorare, il management è in contatto continuo con la proprietà. Dobbiamo cercare di fare le cose fatte bene. È normale che non si può pensare solo di comprare i calciatori: questo piace a media, televisioni, giornali e anche ai tifosi. Noi però facciamo un altro mestiere e dobbiamo cercare di compensare le cose e mantenere la qualità alta, magari facendo qualche sacrificio ma allo stesso tempo trovando l’investimento giusto. Le cose vanno fatte in maniera bilanciata. Ma non sarà mai un’Inter ridimensionata quella che uscirà dal mercato”.
Tanti i giocatori in scadenza nel 2022: Handanovic, Ranocchia, D’Ambrosio, Kolarov, Brozovic, Vidal, Vecino e Perisic. “I tempi sono diversi perché ognuno ha una situazione diversa: c’è quello che arriva a scadenza ad una certa età, quello che magari ha desiderio di provare qualcosa all’estero, chi arriva in scadenza perché semplicemente si sta negoziando e quindi i tempi richiedono maggior pazienza. Ad oggi abbiamo già concluso bene tre rinnovi di contratto come quelli di Bastoni, Barella e Lautaro. Magari non erano scadenze immediate, ma sono asset importanti per quello che rappresentano come valore sul mercato, per l’età ed anche perché era giusto riconoscere a questi ragazzi un premio al lavoro e alla crescita avuta in questi anni”.
“Adesso stiamo discutendo con Dimarco, con Brozovic, presto lo faremo anche con Perisic, con Handanovic e qualche altro ancora. Dimarco in dirittura d’arrivo? Ancora no, ma direi che manca poco perché la volontà da ambo le parti è stata manifestata in modo chiaro. Stiamo discutendo della cose di cui è normale discutere. De Vrij? Non capisco perché si parli così tanto di lui, ha ancora un contratto di un anno e mezzo, lui come altri. Brozovic, Perisic, Handanovic ed anche Vecino hanno invece delle scadenze diverse, quindi magari ci sarà un po’ più di fretta e di attenzione a queste situazioni, cercando di capire se ci sono le possibilità per chiudere”.