Il Torino mercoledì, poi la sosta natalizia per ricaricare le pile in vista di un inizio di 2022 davvero infuocato. L’Inter sfiderà quattro delle altre sei sorelle in campionato (Lazio, Atalanta, Milan, Napoli); affronterà la Juventus in Supercoppa Italiana; se la vedrà con l’Empoli negli ottavi di Coppa Italia e – in caso di qualificazione – potrebbe ritrovare Mourinho a San Siro per i quarti; si sottoporrà all’esame Liverpool nell’andata degli ottavi di Champions League. Lasso di tempo? Dal 6 gennaio al 16 febbraio. Scherzi del calendario asimmetrico.
Dopo aver fatto notare che solo all’Inter è capitato un calendario così stressante e disumano, Simone Inzaghi non si piangerà addosso ed ha già studiato un piano per sopravvivere ai 40 giorni di fuoco, superandoli con successo. Come? La Gazzetta dello Sport si sofferma sui programmi stilati dal tecnico piacentino.
Lavoro atletico ad hoc
Per affrontare un periodo così estenuante, il primo ingrediente è sicuramente una buona tenuta fisica. “Primo punto: sedute personalizzate. Rispetto a quanto avveniva con la coppia Conte-Pintus, con Inzaghi c’è un’attenzione maggiore al lavoro individuale, in base alle caratteristiche dei singoli. Praticamente non passa giorno ad Appiano in cui un giocatore o un altro svolga una parte di seduta differenziata rispetto al resto della squadra, per gestire una situazione muscolare di sofferenza. Si chiama prevenzione, lavoro che sarà accentuato nel mese di gennaio, periodo nel quale tra l’altro ci saranno anche gli impegni di Coppa Italia. In fondo, che Inzaghi e il suo staff abbiano fondato sul dialogo e sullo scambio con i calciatori la loro nuova Inter non è un mistero. Giusto un esempio: l’allenatore ha scelto di lasciar liberi i giocatori oggi, facendoli allenare ieri mattina al rientro da Salerno, concedendo così un giorno e mezzo di riposo ai calciatori per stare in famiglia. Segnali di armonia, anche questi”.
Turnover “scientifico”
Inzaghi è consapevole che, all’interno di una stagione così lunga, è fondamentale preservare la freschezza fisica e psicologica dei propri calciatori. Ecco perché ha già fatto ricorso ad una discreta dose di turnover.
“Inzaghi ne fa un uso quasi scientifico, supportato dai dati atletici in possesso del suo staff. È un lavoro di prevenzione sugli infortuni, aiutato dal fatto di avere a disposizione una rosa lunga. E così, non appena i numeri di un giocatore diventano a rischio, scatta la panchina. La cosa, tra l’altro, consente di mantenere a un buon livello di forma contemporaneamente la maggior parte dell’organico. Il messaggio sull’attenzione nella gestione delle forze, e in generale sul momento importante della stagione, è stato recepito anche dai giocatori: Barella che “scarica” ora la squalifica è un segnale, chissà se Lautaro avrà la stessa “attenzione” mercoledì contro il Torino. È un segnale di maturità, perché maturità è l’altra parola chiave a cui fa riferimento Inzaghi. L’Inter ha già dimostrato, proprio nell’ultimo ciclo, di saper gestire gli impegni ravvicinati nel modo migliore: in 27 giorni otto partite, sette vittorie, qualificazione Champions conquistata e primo posto in campionato. Traduzione: Brozovic e soci sanno come muoversi. E vivono i grandi appuntamenti come occasioni. Ecco perché sono loro i primi a tranquillizzare Inzaghi”.
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