Federico Dimarco domani ritroverà il suo ex tecnico, Ivan Juric, con il quale ha condiviso un anno e mezzo al Verona. Un percorso di crescita importante, che ha consentito all’esterno nerazzurro di maturare in entrambe le fasi e guadagnarsi la possibilità del tanto desiderato ritorno all’Inter. Federico si è raccontato a Tuttosport: “Quando ho iniziato a giocare con continuità, il mister mi ha proprio cambiato. A volte ha iniziato a schierarmi da terzo di difesa, un ruolo che mai avrei pensato di poter fare. Lui è riuscito a mettermi in testa che invece era nelle mie corde. Alla fine ha avuto ragione lui e la fase difensiva, uno dei miei punti deboli, è migliorata molto. Mi hanno dato tanto, Juric e il suo staff, li ringrazierò sempre. Juric è bravo: porta risultati. Per noi domani non sarà semplice”.
Oggi è riuscito a coronare quello che, non ne ha mai fatto mistero, è sempre stato il suo sogno: “Sin da quando sono andato ad Ascoli, nel 2016, ho sempre avuto l’obiettivo di tornare e rimanere a lungo“. Oltre a Juric, grandi meriti vanno anche a Stefano Vecchi, suo ex allenatore in Primavera: “Mi ha fatto crescere molto, facendomi credere di più nelle mie potenzialità”.
L’attuale allenatore, Simone Inzaghi, sta riponendo fiducia nei suoi confronti e, come Juric, lo utilizza sia da esterno di sinistra che da terzo in difesa. “Inzaghi ha tantissimi meriti, ci fa stare davvero bene. A livello umano ha un ottimo rapporto con tutti, il gruppo è molto unito“. Dimarco, che ha vissuto sei mesi anche agli ordini di Antonio Conte nella prima fase della stagione 2019-20, parla delle differenze fra il tecnico piacentino e quello leccese: “Il modo di fare calcio fra i due è diverso, per esempio con Inzaghi facciamo molte rotazioni. Mi aveva colpito molto il modo di lavorare di Conte, il rapporto che creava fra lui e i giocatori”.
Uno dei momenti più difficili della sua stagione è stato sicuramente quello del 25 settembre: rigore fallito contro l’Atalanta all’ultimo minuto: “Quel giorno mi ero mostrato sereno, ma in verità mi era cascato il mondo addosso. Poi col passare dei giorni l’ho smaltita”. L’importanza dell’esterno classe 1997 sui calci da fermo, tuttavia, è rimasta immutata grazie al suo mancino: “Nel calcio di oggi sono davvero importantissimi i calci da fermo, sia a favore che contro. Penso ai big match dove a volte basta un episodio, oppure contro le squadre che ci affrontano molto chiuse in difesa. Noi ci lavoriamo molto e si vedono i risultati“.
L’Inter è prima in classifica, nonostante i pesanti addii estivi, in primis quello di Lukaku: “Romelu ha fatto cose importantissime qui, però l’Inter non era solo Lukaku e lo sta dimostrando con giocatori nuovi come Dzeko e Correa che finora hanno fatto molto bene. Io ho sempre creduto in questa squadra, anche quando eravamo a -7 da Milan e Napoli“. Il sogno resta la seconda stella: “Ci tengo moltissimo, ma non ci voglio proprio pensare”.
Battuta finale in ambito rinnovo. “Per Natale meglio il primo gol a San Siro o il rinnovo? Non voglio scegliere. Al rinnovo sta pensando il mio agente, io preferisco rimanere concentrato sul campo e non distrarmi dalle cose che contano. Sono sincero: non vedo l’ora di firmare“.