Nuovi stralci dell’intervista di Simone Inzaghi a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha parlato del rapporto con diversi giocatori di questa Inter, del loro momento attuale e dei margini di crescita. Eccoli in rassegna:
Barella: “Un grandissimo giocatore che ha anche grandissime qualità come ragazzo: lo dimostra il rinnovo di contratto. Diventerà una bandiera dell’Inter perché sente la maglia dell’Inter addosso. Grandissima disponibilità nei confronti di tutti, verso noi dello staff. Sono molto contento di allenarlo”.
Dimarco: “Io lo chiamo Dimash, come lo chiamano molti suoi compagni. Mi interessava conoscerlo, è stata una grande scoperta e rivelazione per me. Si tratta di un giocatore molto tecnico e intelligente: capisce il gioco e la posizione da occupare nel migliore dei modi. È funzionale e secondo me farà molto bene”.
Perisic: “L’ho incontrato spesso in tutti questi anni e mi ha sempre impressionato per il grande giocatore che era, poi l’ho allenato ed è stata una piacevole scoperta. Un giocatore che ha fatto un girone d’andata sorprendente: sempre presente. Quello che più mi ha colpito è la disponibilità che mi ha dato un grande campione che ha vinto tutto”.
Dumfries: “La sua fortuna è avere in squadra De Vrij che secondo me l’ha aiutato nell’inserimento essendo connazionale, poi noi dello staff cerchiamo di farlo crescere giorno dopo giorno. Deve continuare così, pur sapendo che abbiamo un altro grande giocatore in quel ruolo come Darmian, che ha fatto una prima parte di stagione strepitosa”.
Calhanoglu: “Quando è successo quello che è successo ad Eriksen, dopo un paio di giorni io, Ausilio e Marotta abbiamo pensato subito a lui. Ricordo che ero in vacanza tre giorni a Ponza con amici, moglie e figli: è stato più il tempo trascorso al telefono con Hakan che quello con i miei familiari, ma in quel momento era il giocatore ideale per il mio modo di vedere calcio, per sostituire Eriksen nella nostra Inter e nella mia testa. Abbina quantità e qualità, è normale che anche lui abbia avuto bisogno di tempo per inserirsi, ma la forza di questa Inter è il gruppo: ha trovato uno spogliatoio che l’ha accolto nel migliore dei modi”.
Lautaro: “È un giocatore completo, sente le responsabilità e sa di essere uno dei leader di questa Inter. Ha fatto un girone d’andata molto importante con 11 gol. Dà sempre tutto in campo, si arrabbia se viene sostituito prima o se non è impiegato dall’inizio. In campo per me è Toro o Lauti, all’inizio lo chiamavo Lauto! Poi ho capito che era meglio Lauti…”.
Dzeko: “Quando Lukaku ci ha chiesto la cessione, il primo nome che ho fatto al direttore dopo cinque minuti è stato quello di Edin. Mi hanno risposto che con loro sfondavo una porta aperta. È un giocatore che conoscevo già bene per averlo affrontato nei derby di Roma: è sempre stato uno dei più forti del nostro campionato”.