Una stagione vissuta alle spalle di Hakimi, pronto a far rifiatare il marocchino con la capacità di offrire un contributo importante, impreziosito da gol decisivi per la vittoria dello Scudetto. Poi, con la cessione dell’esterno al Psg, una prima parte di annata vissuta da titolare, altrettanto positiva. Prima dell’infortunio muscolare di Venezia del 27 novembre scorso che lo ha costretto a terminare uno splendido 2021 anzitempo, permettendo comunque a Dumfries di integrarsi al meglio nei meccanismi nerazzurri, con la sensazione che ora sarà dura scalzare l’olandese. Parte proprio da qui l’intervista di Matteo Darmian a La Stampa: “In una squadra come l’Inter è normale che ci sia competizione in ogni ruolo, fin dall’inizio della stagione. Il compito dei giocatori è quello di mettere sempre in difficoltà l’allenatore”.
Il gioco dell’Inter di Inzaghi è stato fin qui tanto spettacolare quanto efficace: “Anche noi, durante le partite, proviamo quello che traspare fuori: ci divertiamo e stiamo bene insieme. Siamo un gruppo che ha creato qualcosa di importante sotto diversi punti di vista: mentalità, voglia di vincere e capacità di soffrire nei momenti delicati. L’anno scorso è stato bello vincere lo Scudetto e adesso vogliamo riconfermarci“.
Le giovanili del Milan e il sogno Nazionale
Darmian ha iniziato la sua carriera sull’altra sponda del Naviglio, nelle giovanili del Milan. “Devo tanto al Milan che mi ha fatto crescere, sono entrato ragazzino e sono uscito uomo. A 19 anni avevo bisogno di giocare e ci siamo separati di comune accordo. Adesso sono contento di essere all’Inter, avrei potuto arrivarci anche prima”.
L’esterno di Legnano ammette senza problemi di non avere “un talento sopra le righe” ma di essere riuscito a compensare con “ambizione e determinazione. Devo ringraziare i calciatori che erano in prima squadra quando mi affacciavo a Milanello. Campioni come Maldini, Gattuso e Costacurta mi hanno inculcato la voglia di lavorare. È stata una grande scuola”.
In molti, alla luce delle ottime prestazioni offerte dal classe 1989 nell’ultimo anno e mezzo, hanno ipotizzato una convocazione in Nazionale da parte di Roberto Mancini. “Sarebbe un onore ritrovare l’azzurro, ricordo come un’esperienza indimenticabile il Mondiale 2014. Per ora, però, il Ct Mancini ha fatto scelte diverse. E sono state tutte azzeccate. Pensando ai playoff di marzo mi torna in mente il palo che ho colpito nello spareggio con la Svezia nel 2017: mi è rimasto di traverso. Questa volta l’Italia può farcela dopo la grande cavalcata dell’Europeo”.
Lascia un commento