Il giornalista di fede nerazzurra Beppe Severgnini, all’interno del Corriere della Sera, ha analizzato la finale di Supercoppa Italiana vinta dall’Inter contro la Juventus. “Vincere negli ultimi secondi di una finale durata due ore è magnifico, almeno quant’è doloroso perdere in quel modo. […] Torniamo alla vittoria dell’Inter sulla Juventus. In sé, nulla di trascendentale. L’Inter ha giocato bene, ma peggio di altre volte. La Juventus non ha giocato male, ma meglio che nel recente passato. Batterla, siamo onesti, non rappresenta più una consacrazione. E la Supercoppa, diciamolo, è super solo nel nome: […]. Contano lo scudetto e la Champions. Il resto, parliamone. […] Poi vinci all’ultimo secondo […] e cambia tutto. Anche una coppa noiosetta contro un avversario normale diventa un trionfo contro il titano. […] Il calcio raramente offre epiloghi così, ma accade. Quel momento magico si chiama […] ‘zona Cesarini’. […] L’espressione ‘zona Cesarini’ venne coniata dopo che l’attaccante azzurro segnò al 90’ la rete del 3-2 contro l’Ungheria, il 13 dicembre 1931. […] altri tre li segnò in campionato (contro l’Alessandria, la Lazio e il Genoa). […] In molti sport esiste la poesia dell’ultimo respiro […] è un espediente narrativo spettacolare. […] Ecco cosa manca al Niño Maravilla e all’Inter di Inzaghi: un gol all’ultimo secondo, da centrocampo, magari nel derby col Milan. Poi possiamo dichiararci soddisfatti”.