L’ambizione alla base del successo, la perseveranza nell’alzare progressivamente – ma inesorabilmente – l’asticella. È una delle caratteristiche dei grandi allenatori, uno status che Simone Inzaghi sta conquistando giorno dopo giorno nella sua esperienza in nerazzurro. La sua Inter è prima in classifica, vincitrice della Supercoppa Italiana, qualificata agli ottavi di finale di Champions League. Stasera, però, prende il via un’altra competizione: il tecnico piacentino non ha alcuna intenzione di snobbarla, a prescindere dal fisiologico e necessario turnover propedeutico ad una gestione ottimale delle energie. Ciò che conta è la mentalità collettiva, prima degli interpreti.
Il colpo grosso che Inzaghi si è prefissato risponde al “Triplete italiano”: dopo la Supercoppa, l’obiettivo è vincere Serie A e Coppa Italia. Un torneo – quest’ultimo – che il tecnico nerazzurro ha già vinto quattro volte: tre da giocatore (2000, 2004, 2009) e una da allenatore (2019, battendo in finale l’Atalanta di Gasperini), tutte con la Lazio. Sa già come si fa. All’Inter, invece, il successo nella coppa nazionale manca dal 2011: fu l’ultimo acuto degli eroi del Triplete prima di un decennio di magra interrotto dallo Scudetto dello scorso maggio.
Inzaghi non accetta cali di concentrazione, rilassamenti, rischi di prendere sotto gamba l’impegno. Non è un caso che anche ieri sera la squadra sia andata in ritiro rimanendo ad Appiano per la notte. Il tecnico ha fatto presente che la Coppa Italia è un obiettivo importante, non va trascurata o declassata. Essere grandi, d’altronde, significa mantenere la fame ogni qualvolta si esordisce in una nuova competizione: avere negli occhi e nella mente l’obiettivo di uscirne con il trofeo in bacheca. Stasera il primo passo, contro l’Empoli a San Siro (ore 21:00).