Da qualche giorno è ufficialmente un giocatore della Sampdoria, essendosi trasferito dall’Inter con la formula del prestito secco fino al termine della stagione. Stefano Sensi, prima di lasciare, ha regalato ai nerazzurri la qualificazione ai quarti di Coppa Italia, ma la decisione di andare altrove ormai era già presa. Il centrocampista si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.
C’è un filo che lega Stefano e il club blucerchiato: il suo ultimo gol in Serie A, infatti, fu segnato proprio contro la Samp a Marassi, il 29 settembre 2019. “Vinse l’Inter per 3-1, io segnai con un tiro da fuori toccato da Sanchez. Restammo in dieci nella ripresa proprio per la sua espulsione. Lì si è chiuso un cerchio. Speriamo di riaprirlo adesso. Che sia un segno del destino? Chissà“.
Il ct della Nazionale, Roberto Mancini, ha certamente avuto un peso sulla decisione del giocatore, con i playoff Mondiali alle porte: “Diciamo che mister Mancini mi ha dato quella spinta in più. Io già volevo fortemente venire qui, per una questione di rilancio personale e del prestigio della società. Certo, le parole del c.t. mi hanno fatto molto piacere, sono state positive. Lui qui ha fatto la storia e ciò è stato un stimolo in più per venire qui”.
Dopo il succitato gol all’Empoli, si è fatta strada in molti l’idea che quella rete potesse rappresentare il preludio ad una svolta nell’avventura nerazzurra di Sensi: “No, affatto. Non ha cambiato nulla, nel senso che sono entrato in campo facendo quello che dovevo. Sono un professionista, era un mio dovere, ma mi ha fatto piacere perché comunque io all’Inter sono stato veramente bene. E parlo di compagni, società e tifosi. Mi hanno trattato tutti alla grande, quindi fare un gol decisivo è stato bello. Tuttavia, il mio pensiero non è cambiato, perché già volevo venire qui. Il contatto era stato avviato la settimana precedente”.
La storia è nota: dopo i primi due mesi da favola della stagione 2019-20, la storia degli infortuni si è tristemente arricchita di innumerevoli capitoli. “Non credo sia stata sfortuna. Chiaramente ogni giocatore vorrebbe giocare sempre e stare bene, ma fa parte anche del nostro lavoro. Sono stati due anni molto difficili, ma sono anche serviti, ho capito come mi devo comportare per arrivare in forma alla domenica. Come sto oggi? Mi sento molto bene da tempo. Sappiamo tutti quello che ho passato, non è stato facile, ma mi è servito per crescere, per migliorare e dare anche molta più importanza alla prevenzione e a rinforzarmi sul piano fisico”. E il futuro? “Non mi voglio porre limiti. Sono arrivato in prestito secco, ma questo non mi deve deconcentrare né dal percorso personale né da quello della squadra”.
Chiosa sui movimenti del mercato invernale: “La Juventus con gli acquisti di Vlahovic e Zakaria ha fatto buoni colpi, ma sinceramente penso che l’Inter sia ancora sopra tutti. Ci ho giocato, conosco i compagni: prima che ottimi calciatori sono grandi uomini, e quando entri in campo questo fa la differenza. E poi sono arrivati Gosens e Caicedo, ottimi colpi…”.