Branca: “José si sentirà a casa. E vi racconto due aneddoti…”


Continua la sfilza di interviste dei componenti della squadra del Triplete a proposito di José Mourinho, in previsione della sfida di stasera fra l’Inter e la Roma del portoghese. Marco Branca, che di quella squadra fu – assieme a Lele Oriali – grande architetto da direttore sportivo, è stato intervistato da Tuttosport.

“José sicuramente sentirà emozione nel vedere quei colori, quelle maglie. Dall’altra, sarà concentratissimo sulla sua Roma. Mou si immerge totalmente nell’avventura che vive. Forse sarà facilitato dal fatto che dell’Inter di quel tempo ci sono solo Ausilio e Zanetti. Mou sarà emozionato per i tifosi, per la curva, per i cori. Sarà accolto come ben merita, tutto gli farà piacere. Si sentirà a casa, insomma. Ma dopo un secondo, testa alla gara. Lui bollito? Tutta invidia, che è il male del secolo”.

Branca concede anche due aneddoti: il primo è quello relativo al mercato 2009, quello antecedente alla stagione del Triplete. Mourinho voleva un difensore e un trequartista e aveva individuato i nomi in Carvalho e Deco, già allenati nelle esperienze precedenti al Porto e al Chelsea. Alla fine, però, arrivarono Lucio e Sneijder. “Io, anzi noi, durante il primo anno abbiamo molto migliorato il rapporto confidenziale: entrambi dovevamo conquistare quella fiducia, quella trasparenza del dire le cose senza offuscare nulla, con una valida motivazione. Qualche volta poi io ho convinto lui, altre lui ha convinto me. Quindi nella stagione successiva, date le problematiche di arrivare a certi giocatori, ci mettemmo d’accordo sulle alternative. Mou non si fossilizza sul nome, se l’alternativa è altrettanto valida, è disponibile a fare una scelta diversa, senza perdere tempo”.

Il secondo, invece, è riferito alla famosa notte di Madrid, quando Mourinho – dopo la vittoria della Champions – scelse di non ritornare a Milano per la grande festa di San Siro all’alba. “Non se la sentiva di affrontare tutta quella gioia per poi prendere una decisione che secondo la sua mente lucida sarebbe stata la migliore. Per evitare coinvolgimenti emotivi e per non soffrirne troppo, è rimasto a Madrid quella notte”.

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