Julio Cesar si sentiva davvero un supereroe ai tempi del triplete con l’Inter. Lo ha confermato a Rede Bandeirantes, con cui ha ripercorso la sua carriera. “Non vedevo nessun portiere davanti a me, a dire il vero, tutti i portieri li vedevo nello specchietto retrovisore. Quindi, era una cosa incredibile quando andavo in campo. Mi sentivo come un portiere con un mantello rosso, c’erano partite dove sentivo che nessuno mi avrebbe mai segnato”.
In nazionale invece la pagina più buia è la famosa eliminazione dai mondiali di casa del 2014, con la Germania capace di rifilare un 7-1 al suo Brasile. “Ho avuto comunque il piacere di giocare quella partita, rifarei tutto di nuovo. Non riusciamo a trovare una spiegazione per quello che è successo e non credo che lo possano fare i fan. In termini di Coppa del Mondo, questa ferita è rimasta. I Mondiali sono il massimo che un calciatore può raggiungere. Ovviamente vincendo il titolo, ma anche indossando la maglia della squadra brasiliana. Rappresentare il proprio Paese in un Mondiale è ciò che ogni atleta sogna. Indipendentemente dal tuo Paese”.