Il momento difficile di Lautaro Martinez continua a far discutere. In suo soccorso arrivano le parole di un altro, grande attaccante argentino che ha vestito – fra le altre – anche la maglia dell’Inter in due occasioni (dal 2002 al 2003 prima, dal 2006 al 2009 poi): Hernan Crespo. Alla Gazzetta dello Sport, Valdanito esordisce in maniera decisa: “Chi critica Lautaro capisce poco di pallone, questo mi sento dirlo chiaro e tondo”.
“Nella carriera di un attaccante ci sono sempre periodi più o meno prolifici. Capita che tocchi un pallone solo in tutta la partita e fai il gol della vita, e capita che anche se tiri dieci volte in porta non la butti mai dentro. Ci sono passato da queste situazioni, parlo a ragion veduta. Lautaro non è più Lautaro? Chiediamoci, piuttosto, se l’Inter è ancora la stessa Inter. Un attaccante, molto di più di altri giocatori, dipende dalla manovra della squadra, dai movimenti dei compagni, dai loro suggerimenti. Siamo certi che l’Inter, in questo periodo, stia giocando come faceva nella prima parte della stagione? Se ha perso contro il Milan, se ha pareggiato a Napoli, se ha perso contro Liverpool e Sassuolo, non sarà mica soltanto colpa di Lautaro, no?”.
Spesso si è detto che in questi casi basta un gol per sbloccare un attaccante: “Ne fa uno e poi ne segna 7-8 di fila. Vedrete… Questo è un attaccante fortissimo, cercato dai principali club europei che ha fatto la precisa scelta di voler rimanere all’Inter per completare il suo percorso di crescita. Io lo seguo e, anche se a distanza, lo coccolo. In area di rigore è micidiale. Calcia bene di destro e di sinistro. E’ bravo di testa e in acrobazia. Certo, adesso vive un periodo di appannamento, ma non ha mica perso le sue qualità. La squadra come può aiutarlo? Chiamandolo in causa, nella manovra, con frequenza. Ancora di più di quello che sta facendo adesso. In certi momenti c’è bisogno di sentirsi parte del progetto. Date la palla a Lautaro, anche quando è marcato, anche quando è con le spalle alla porta: questo è il modo di aiutarlo“.
Lautaro è il secondo calciatore più sostituito d’Europa: su 33 partite giocate, ha lasciato il campo anzitempo per 25 volte. “Non giudico le scelte dell’allenatore, che tra l’altro è Simone Inzaghi, cioè un mio amico. Se lo toglie, avrà i suoi motivi. Io so che nel primo periodo a Parma, appena sbarcato dall’Argentina, il pubblico del Tardini mi fischiava e Ancelotti mi faceva giocare lo stesso. Imponeva la mia presenza e così mi dava fiducia. E piano piano mi sono sbloccato e ho cominciato a segnare. Ora, Lautaro è in Italia da un po’ di tempo, questo è vero, ma in un periodo buio chiunque deve essere sostenuto e deve sentire l’appoggio dei compagni, dei dirigenti, dell’allenatore e del pubblico. Metterlo sul banco degli imputati non può che creare altri guai”.
Il problema sta nell’intesa mai realmente sbocciata con Dzeko? “Non credo. Dzeko è bravissimo a svariare su tutto il fronte, forse qualche esitazione in più c’è con Sanchez, ma si tratta di dettagli minimi. Lautaro ha fatto benissimo con Lukaku, ha fatto benissimo con Dzeko e farà benissimo con chiunque gli si metta di fianco. È un campione, non dimentichiamolo mai“.
(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)