Mario Sconcerti è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, dopo il successo del Napoli, tornato in testa alla classifica alla pari col Milan e davanti all’Inter. “Adesso gli azzurri sono in testa. Sia la Lazio che il Napoli hanno fatto una buona partita, sinceramente pensavo ad un pareggio. Prendere gol al 94’ è una seccatura. Si sta avvicinando la Juventus che potrebbe insidiare le prime. Non credo nello scudetto, ma la Juve mette ansia a tutti. Io non credo che si possano fare paragoni tra gli impegni europei e il campionato italiano. Quella in Europa è un’avventura finita per il Napoli, mentre nel campionato italiano gli azzurri possono dire la loro”.
“L’Inter ha avuto un crollo perché ha perso la sicurezza di essere immortale. La partita con il Liverpool l’ha ridimensionata molto. Io non ho mai pensato che la Fiorentina potesse lottare per la Champions, penso che sia tardi sia per i Viola che per le romane”.
Mario Sconcerti aveva già parlato sul Corriere della Sera dopo i pareggi di Milan e Inter rispettivamente con Udinese e Genoa, in attesa del derby di Coppa Italia di martedì sera. “Continuano le fatiche di Milan e Inter. Questo campionato sembra una specie di lungo gioco ad handicap. Nel complesso le prime hanno 30 punti meno della scorsa stagione, l’Inter addirittura 10. Quando si pensava che le cessioni estive pesassero, non era molto sbagliato. Poi può bastare, ma quanto sale in meno potremo accettare?”.
“Aiuta tutti l’impoverimento generale. Hanno 5 punti meno Juve e Atalanta, 9 meno la Roma, è a zero il Milan, a -1 la Lazio. Trenta punti persi dai migliori sono una realtà massiccia, che va molto oltre anche al calcio dei social. Una squadra vincerà, ci sarà festa, ma sembrerà alla fine un ciapa no languido e sudato come un tango. […] Inter e Milan sono al loro massimo, si gioca ormai da sette mesi, non è più un’opinione, comincia a essere matematica. Il punto è se quello che possono dare potrà bastare per vincere. Sarebbe comunque una conquista, l’unica adatta a dimenticare quello che non c’è più”, si leggeva nell’editoriale firmato da Sconcerti.