Ha perso la Champions, ma ha trovato un Lautaro. “Più avanti l’Inter potrebbe ricordare la notte di Anfield come quella che ha liberato definitivamente il Toro – scrive la Gazzetta dello Sport -. L’uomo della speranza, vicino all’uomo che la speranza l’ha sepolta. Eccolo qui, il gol che l’argentino cercava da 490 giorni in Champions e che l’Inter inseguiva contro il Liverpool dalla rimonta del maggio 1965. La rete di Lautaro non entrerà nelle statistiche tra quelle storiche. Ma ha acceso nel cuore nerazzurro una fiamma, che la squadra si è riportata indietro a Milano nella notte. E sulla bilancia ti accorgi che l’ago si sposta anche a livello personale. Lautaro a questi livelli ci sta bene, eccome. La tripletta con la Salernitana non è rimasta isolata, la perla di Anfield è la conferma che il Toro ha imboccato la via di uno di quei periodi in cui segna senza soluzione di continuità”.
“E’ un colpo duro per noi. Abbiamo fatto due gare importanti a San Siro e oggi, loro hanno giocatori di qualità ma abbiamo fatto il nostro lavoro con umiltà. Dopo il gol era arrivato un forte entusiasmo, poi becchiamo l’espulsione come a Madrid. Questi sono dettagli che condizionano le partite, dobbiamo migliorare in questi aspetti perché in Champions questi dettagli decidono. Abbiamo giocato con carattere e determinazione, ma non è bastato. Questi sono dettagli che decidono. Ora dobbiamo pensare a Coppa Italia e campionato”.