Il 12 gennaio l’ultimo gol in nerazzurro, il 17 dicembre l’ultima firma su azione: poi la tripletta alla Salernitana che ha posto fine al digiuno, cui ha fatto seguito la perla di Anfield, interrompendo l’astinenza da Champions League che durava dal novembre 2020. Lautaro Martinez è rinato, dopo mesi difficili in cui erano inevitabilmente affiorate tensione e nervosismo, condensati nel gol sbagliato da due passi contro il Sassuolo. Un risveglio facilitato anche dall’ottimo rapporto instauratosi con il tecnico Simone Inzaghi, fotografato dal sentito abbraccio dopo la prima rete alla Salernitana e sul quale si sofferma La Gazzetta dello Sport.
“Il rapporto tra Inzaghi e Lautaro è stato speciale sin dai primi giorni di preparazione ed è diventato ancora più forte una volta che il Toro è rimasto orfano di Lukaku. Simone lo ha sempre esaltato: Lautaro è partito forte, dimostrando di essere pronto a ereditare il ruolo da primo violino lasciato da Big Rom. Ma se in campionato le prestazioni erano sempre convincenti, in Europa le serate continuavano a essere amare. Il feeling con Dzeko andava a intermittenza, così o segnava uno o segnava l’altro. Almeno fino a fine 2021. Col nuovo anno il Toro era sparito, nonostante la firma sul rinnovo certificasse il nuovo status da stella della squadra. Simone ha continuato a coccolarlo, cercando di fargli ritrovare la serenità. E lo ha avvicinato ancor di più alla porta, convincendolo a evitare quel lavoro extra in pressione lontano dalla porta, per risparmiare energie e ritrovare lucidità dove conta di più”.
Fondamentali anche le rassicurazioni del ct dell’Argentina, Lionel Scaloni. Lautaro, infatti, anche nei momenti difficili vissuti con l’Inter era sempre riuscito ad andare a segno con la propria Nazionale, rendendosi protagonista del cammino di qualificazione a Qatar 2022. Scaloni gli ha ribadito, anche tramite telefonate, il suo ruolo da protagonista per i prossimi Mondiali, in programma a novembre ed ai quali la Seleccion è già certa di partecipare.
Il Toro, inoltre, ha sempre sottolineato l’importanza dell’ambiente familiare, costituito dalla compagna Agustina e dalla figlia Nina di un anno, “i due amori a cui ha voluto dedicare i gol della rinascita: “Mi hanno dato forza nel momento più difficile. Il peggio è passato”. Lautaro ora pensa in grande punta a nuovi obiettivi: il record personale di gol in una stagione (21) non è distante, ma più di tutto conta il titolo per l’Inter. Mettere la sua firma sullo scudetto della stella cancellerebbe la macchia dei due mesi di astinenza e consegnerebbe al Toro un posto tra i più grandi della storia dell’Inter”.