Gli ultracinquantenni ricorderanno ancora bene Mario Alberto Kempes, protagonista assoluto con la sua Argentina del trionfo al Mondiale 1978. L’ex attaccante alla Gazzetta dello Sport ha parlato di Lautaro Martinez e non solo: “La chiave della ripartenza del Toro? La fiducia, sua e del tecnico. Il Toro non ha abbassato la guardia e ha continuato a tirare quando aveva l’occasione, come è sempre giusto fare. Ma se in quei momenti delicati l’allenatore non lo avesse schierato, allora ci sarebbe stato il rischio di demoralizzarsi. Con Inzaghi, invece, è successo il contrario: sarà stata un po’ strana la sostituzione in Champions, ma ha sempre insistito su Lautaro. E al momento giusto ha ottenuto la ricompensa”.
A Liverpool una sua perla non è bastata: “Segnare un gol di questa bellezza in uno degli stadi più impressionanti del mondo ti resta dentro. Ti dà la carica: da adesso inizia una nuova fase e Lautaro può arrivare dappertutto. Però a me in Champions è piaciuta tutta l’Inter, non solo lui: ho visto una squadra intelligente che ha giocato con grande tensione, coraggio, amor proprio. Il golazo non è casuale, è stata la ricompensa del lavoro di tutti. Ma poi sono rimasti in dieci e tutto è diventato molto più complicato”.
Chiosa su Dybala: “Pensi con la sua testa: sentirà tante voci attorno, ma la decisione è sua. Se sente di poter ancora fare la differenza a Torino, allora farà bene a rinnovare a prescindere dai soldi. Se invece avesse percepito di non essere più così “voluto”, allora dovrebbe guardarsi attorno per davvero, senza precludersi niente. Neanche l’Inter, certo. Anzi a Milano farebbe una grande coppia proprio con Lautaro. Ho visto il caos dopo che Vlahovic dalla Fiorentina è andato alla Juve, ma un giocatore ha diritto sempre di scegliere il meglio per sé”.
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