Il giornalista Bruno Longhi commenta su Sportmediaset.it il difficile momento dell’Inter.
“L’Inter è andata via via trasformandosi in una squadra supponente, che si compiace della sua presunta forza, convinta che basti lo scudetto sulla maglia per vincere le partite. E’ ormai da tempo la fotocopia di sé stessa. Va col pilota automatico, come se il gol dovesse prima o poi arrivare ineluttabilmente e la sbavatura difensiva non potesse mai capitare. Ma dal finale del derby in poi, il mondo nerazzurro si è ribaltato. Si sono incrinate le certezze, gli errori dei singoli provocano evidenti insofferenze tra coloro che ne sono immuni e creano un’incidenza notevole sul meccanismo di gioco: è praticamente scomparsa la costruzione dal basso (uno dei dogmi di Conte), sicché tocca ad Handanovic ovviarvi con i prevedibili lunghi lanci per la testa di Dzeko. Sta accadendo all’Inter ciò che diviene spesso naturale quando si decide o si è costretti a cambiare il grande timoniere che sta in panchina. Esiste un primo periodo in cui la squadra si sente liberata dal giogo opprimente di un maniaco perfezionista (come Conte) e si esprime con la leggerezza della ritrovata libertà. E ne esiste uno successivo, quello attuale, in cui andrebbe ripristinato l’antico “regime” per evitare il rischio di perdere i concetti indispensabili per essere ancora dominanti. Ma il gruppo di lavoro di Simone Inzaghi difficilmente lascerà la carota a favore del bastone“.
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