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Stramaccioni: “L’Inter ora non deve giocare con paura”

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Andrea Stramaccioni con Tuttosport ha rivissuto la sua storica vittoria del 20212. “Una chiamata importante, contro l’avversario numero uno in Italia. Fu una grande vittoria, contro la Juve dei record di Antonio Conte, nel pieno del loro ciclo vincente e apparentemente imbattibile. Decisi di fare quello che non avevo ancora visto fare a nessuno contro quella Juventus cioè difenderci, attaccando. Giocammo con tre punte vere, Milito, Palacio e Cassano. Tre grandissimi campioni che insieme al resto della squadra confezionarono una grande prestazione”.

L’ex allenatore nerazzurro ha parlato anche di attualità: “L’Inter deve giocare con la paura, di pensare prima a “non perdere”. L’Inter è forte, secondo me la più forte. Deve andare a Torino a dimostrarlo. Pronta a soffrire perché non sarà facile ma i Campioni d’Italia sono loro”.

Mario Balotelli ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport. Oltre che della Nazionale, ha parlato dela lotta scudetto in Serie A. “Più sono vicine coi punti e meglio è, spero che combattano tutte fino alla fine. Poi chi vince per me è lo stesso. Tornare in una di queste tre? Lo capisci da subito…”.

Al centro di tutto l’eliminazione dai Mondiali: “Ha fatto male a tutti e anche io sono stato molto male. La questione non era la mancata convocazione contro la Macedonia o la Turchia. Il fatto è che il Mondiale è a dicembre e c’era la possibilità di andare, non mi erano state chiuse le porte, anzi pensavo che avrei dimostrato che potevo entrare a far parte del gruppo. Quindi ho perso anche io un’occasione importante e comunque vedere l’Italia fuori dal Mondiale fa troppo male”.

“È facile dirlo ora, prima della partita nessuno pensava a me. Avendo visto la gara ci sono state tante occasioni e io sotto porta sono ancora bravino, ma vincere partite così non dipende dall’inserimento di un giocatore o di un altro. Non è detto che se ci fossi stato io avremmo vinto. Le occasioni da gol ci sono state, ma il calcio è così e a volte la palla non vuole saperne di entrare”.

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Published by
Andrea Gussoni