Alessandro Antonello, amministratore delegato corporate dell’Inter, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica, nella quale ha innanzitutto confermato le previsioni sul prossimo bilancio nerazzurro: “Quello dell’anno scorso era un risultato penalizzato da fattori straordinari: non solo la pandemia, ma anche l’interruzione dei rapporti contrattuali con il mister Conte, Nainggolan e Joao Mario. Quest’anno la perdita sarà più che dimezzata, diciamo attorno ai 100 milioni. Certo che i costi, specie quelli per i compensi della rosa, sono poco comprimibili. Ci attendono altri anni di austerity? In questo momento è giusto garantire una sostenibilità economico-finanziaria al club e, se questo significa riduzione dei costi, andremo avanti in questo senso”.
Tuttavia, l’Inter ha la necessità di rimanere competitiva pur in regime di autofinanziamento: “La disciplina economico-finanziaria deve sempre essere bilanciata dalla competitività in campo. I problemi con il Fair Play Finanziario? Anche Milan, Juventus e Roma stanno dialogando con la UEFA su questo e, in generale, gli effetti della pandemia coinvolgono più di 30 club in tutta Europa. E la UEFA, in uno spirito collaborativo e non punitivo, sta definendo i termini di un accordo transattivo con il quale accompagnerà le squadre ai nuovi criteri di sostenibilità finanziaria”.
Lo stadio
Antonello, poi, torna su un tema di grande attualità: quello che riguarda la costruzione di una nuova casa per Inter e Milan. “Temiamo un allungamento dei tempi o uno stravolgimento del progetto che già è stato modificato per venire incontro alle richieste del Comune. Se una di queste condizioni di verificasse, potrebbe spingerci altrove. Inter e Milan, due club prestigiosi che hanno dato anche tanto lustro alla città, hanno presentato un progetto al Comune per la costruzione di un nuovo stadio. Se il progetto non piaceva, si sarebbero dovuti trovare altri proponenti. Non è un regalo ai club, ma un investimento che si rivolge agli interessi di chi lo fa e a quelli della città per il rinnovamento di un distretto importante. E le aree, dopo 90 anni, torneranno al Comune”.
Molti si chiedono se Suning ed Elliott stiano aspettando di ottenere il via libera per lo stadio per poi vendere i rispettivi club a prezzo maggiorato. “Ovviamente rispondo per l’Inter. La presenza del presidente Steven Zhang nell’ufficio qui accanto rappresenta, anche fisicamente, l’impegno di lungo termine della proprietà nel club“.
Sul piano B, che corrisponde a Sesto San Giovanni, l’amministratore delegato aggiunge: “San Siro lo hanno fatto le squadre e il successo delle squadre: se i club vincono, possono dar lustro anche a un impianto altrove. E poi i tifosi si affezionano in fretta a uno stadio che può dare emozioni, ma anche tanti servizi. Vorrei che quelli oggi dicono che non bisogna cambiare nulla provassero a guardare la partita dal terzo anello del Meazza: forse cambierebbero idea…”.
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