L’Inter è tornata alla vittoria dopo un girone di ritorno condito da prestazioni mediocri e risultati scadenti: lo ha fatto nella trasferta più difficile del campionato, vincendo allo Stadium e conquistando un successo lontano da San Siro che mancava dal 17 dicembre, quando i nerazzurri si imposero per 5-0 a Salerno. Tuttavia, se il tecnico può considerarsi più che soddisfatto per il risultato e per la fase difensiva dei suoi ragazzi, permane un problema in attacco.
Anche a Torino, infatti, Lautaro e Dzeko hanno fatto enorme fatica ad entrare davvero in partita e ad incidere sulla stessa. Non è un caso che l’Inter abbia creato pochissimo in fase offensiva: il Toro ha rimediato un’ammonizione dopo un minuto di gioco e ha fatto poco altro (unica azione degna di nota lo scambio nello stretto con Calhanoglu), mentre il bosniaco è stato impreciso nelle sponde, perdendo tanti palloni come di consueto e avendo la peggio anche nei duelli in aerei. Per questo motivo, la crisi dell’attacco richiede nuove soluzioni per la volata finale, nella quale sarà imprescindibile – appunto – l’apporto degli uomini offensivi.
La squalifica di Lautaro, in questo senso, rappresenta in generale una cattiva notizia, ma anche la possibilità di rivedere (con tutta probabilità) Joaquin Correa da titolare. Il Tucu, infatti, dovrebbe essere preferito a Sanchez per partire dal primo minuto contro il Verona di Tudor sabato pomeriggio a San Siro (ore 18:00). Quella contro i veneti rappresenta una grandissima occasione per l’argentino, la cui stagione fino a questo momento è stata scandita dagli infortuni (ben 14 partite stagionali saltate, 11 in campionato). La squadra veneta, però, gli evoca ottimi ricordi: quelli dell’esordio in nerazzurro della seconda giornata, datato 27 agosto. Correa era appena sbarcato a Milano, Inzaghi lo inserì per l’ultimo quarto d’ora con il risultato fermo sull’1-1 e il suo pupillo rispose con una doppietta. Le aspettative dopo quella notte erano diverse, ma l’argentino – da quel momento in poi – ha segnato solo altri due gol, peraltro distribuiti in una sola partita, con un altro bis decisivo messo a segno contro l’Udinese.
Di certo, per concretizzare la rimonta sul Milan e sognare il titolo della seconda stella, Inzaghi ha bisogno dell’attacco nella sua veste migliore. Le speranze passano da un cambio di marcia di Lautaro e Dzeko, ma anche dagli spunti di Correa e di Sanchez: quando la pressione sale, la qualità va al potere. È il momento di dimostrarlo.