Cosa è stato Juventus-Inter? Un evento isolato all’interno di una crisi oppure l’inizio della rinascita, quella che può condurre i nerazzurri a giocarsi il titolo fino all’ultima giornata? Non possiamo ancora dirlo, almeno non prima delle 20:00 di oggi. Di certo c’è che, alla sosta di marzo, le speranze di Scudetto erano sempre più sbiadite, affievolite, lontane. Non può essere altrimenti, quando totalizzi 7 punti in altrettante partite e inanelli una serie di prestazioni negative. Poi, però, quella vittoria dello Stadium dopo dieci anni non possiamo proprio ignorarla: non possiamo perché sarebbe a questo punto un delitto disperdere un patrimonio di potenziale carica agonistica, emotiva, il boost del quale l’Inter aveva bisogno in questo momento della stagione.
Il timore che sia stato un caso, parliamoci francamente, è concreto. Starà ai nostri ragazzi infondere a tutto l’ambiente nerazzurro ulteriore fiducia per questo finale thrilling di campionato: la risposta del tifo, anche oggi, sarà straripante. Oltre 60mila cuori nerazzurri presenzieranno a San Siro per spingere i ragazzi di Inzaghi verso una nuova vittoria, in una partita decisiva. Già, forse ancor più decisiva di quella dello Stadium: oggi, infatti, scopriremo cosa ci attende. A Torino abbiamo apprezzato lo spirito battagliero, l’umiltà, l’elmetto che i ragazzi di Inzaghi hanno indossato per smentire chi diceva che sanno vincere solo di fioretto, solo dominando le partite, solo risultando belli. La Juventus ha fatto di più, bisogna ammetterlo, ma è un ulteriore motivo per credere che si sia trattato davvero di un segnale: non coglierlo sarebbe gravissimo. C’è stato l’indizio di quello che potrebbe essere, di un percorso finale all’insegna delle vittorie: starà ancora ai nostri ragazzi tramutarlo in prove, a partire da oggi.
D’altronde, i presupposti per chiudere alla grande ci sono. Facendo i dovuti scongiuri, l’infermeria si è svuotata. Il calendario non è proibitivo, anche se ogni pronostico – in questo folle campionato – va puntualmente a farsi benedire ogni weekend, ogni giornata. È arrivata quella vittoria sporca della quale avevamo bisogno, dopo la beffa del derby: quella che può cambiare la storia. All’Inter non chiediamo, in questo finale, di essere bella: alle soglie di metà aprile, l’elmetto è accessorio indispensabile in ogni partita, anche quelle che sembrano sulla carta più agevoli. Servono punti, tanti punti: è finito il tempo dei complimenti effimeri, è finito il tempo delle prestazioni, nel bene e nel male. Certo, sulla carta non dipende dall’Inter, poiché il Milan è davanti. Siamo sicuri, però, che se i ragazzi di Inzaghi facessero il proprio dovere, quel titolo finirebbe dalla parte più nobile di Milano. Per aggiungere una stella al leggendario firmamento: quello nerazzurro.
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