Martedì sera l’Inter sfiderà il Milan nella semifinale di ritorno in Coppa Italia. Una partita che si preannuncia estremamente equilibrata visto lo 0-0 dell’andata, ma che vede la squadra di Inzaghi partire con un leggero svantaggio rispetto a quella di Pioli. Perché? La causa è da rintracciare nella regola dei gol in trasferta che, nonostante sia stata abolita da quest’anno dalla UEFA nelle coppe europee e negli altri campionati principali, in Italia è ancora valida per la coppa nazionale. Per questo motivo, i nerazzurri dovranno obbligatoriamente battere i rossoneri per approdare alla finale di Coppa Italia (in programma l’11 maggio a Roma): il pareggio con gol condannerebbe l’Inter, esattamente come accaduto nella semifinale di Champions del 2003 proprio contro il Milan.
Ma perché in Italia questa regola è ancora valida? La Gazzetta dello Sport svela un aneddoto a questo proposito. “Il retroscena porta a un Consiglio di Lega di fine febbraio, una settimana prima delle semifinali, unico turno della competizione a disputarsi sulla doppia sfida. Dalla società nerazzurra partì una proposta: adeguiamoci subito all’Europa, eliminiamo fin da questa stagione la regola dei gol in trasferta. La proposta fu esaminata dal Consiglio, ma arrivò una secca bocciatura dei consiglieri di Serie A, ovvero Paolo Scaroni (Milan), Luca Percassi (Atalanta), Maurizio Setti (Verona) e Tommaso Giulini (Cagliari). La Lega ha sì recepito il cambiamento, ma solo a partire dalla prossima stagione. Per questa volta, si fa all’antica. Vien da dire: siamo sempre un passo indietro rispetto alla velocità di crociera del calcio europeo”.
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