Lo sprint di Inzaghi: crederci è giusto, ma…


C’è un problema di comunicazione o non vogliamo capire? Nelle ultime ore, dopo il grande successo dell’Inter nel derby di Coppa Italia, si è tornati a parlare dei nerazzurri come favoriti nelle due competizioni: il campionato e, appunto, la Coppa Italia. Tuttavia, c’è qualcosa che alcuni addetti ai lavori e di conseguenza molti tifosi non vogliono capire: gli obiettivi dichiarati dalla società a inizio campionato erano altri ed è inutile nasconderci.

Questa premessa serve a salvaguardare la squadra da future gogne mediatiche qualora non dovessero concretizzarsi gli obiettivi di cui sopra. In questo momento della stagione, infatti, la mente deve essere sgombra da possibili distrazioni extra campo e questo Simone Inzaghi lo sa bene. E nel post partita contro il Milan non ha tardato a lanciare qualche frecciatina a coloro che lo hanno criticato, ad esempio, sui cambi o sul modulo.

Ritornando agli obiettivi, beh, è stato dichiarato più volte sia dallo stesso allenatore sia da Marotta che è centrale entrare fra le prime quattro e conquistare un posto Champions anche per il prossimo anno. E a seguire lottare per lo scudetto e per la Coppa Italia. Senza mentire a noi stessi, senza Lukaku e Hakimi e Conte anche noi non ci siamo illusi a fine agosto e abbiamo accettato questa idea.

Il rilancio di Inzaghi: crederci è giusto

Il grande lavoro di Inzaghi e la costruzione di un gioco veramente bello a vedersi hanno convinto i tifosi a credere per un obiettivo più alto. Anche Marotta è tornato a parlare della seconda stella, anche se sono seguiti dei “ma” da parte di Antonello sulla sostenibilità che il club deve perseguire. Il successo in campo deve andare di pari passo con la sostenibilità e l’equilibrio economico-finanziario. Sarà così anche nella prossima estate.

Gli obiettivi sono questi. Nessuno si sarebbe aspettato di arrivare a questo punto della stagione con due obiettivi ben visibili e un ottavo di Champions raggiunto dopo anni. Inzaghi è quello di cui la società aveva bisogno: gran lavoratore e, soprattutto, un allenatore che è riuscito ad arrivare dov’è con questa rosa senza chiedere in cambio nulla: Onana e Gosens sono state due operazioni che il tecnico non aveva richiesto con urgenza.

Per questo motivo bisogna ringraziare il tecnico, ma rimanere coi piedi per terra e sostenere la squadra fino all’ultimo giorno di campionato. Ricordando, comunque, che l’obiettivo primario è stato centrato e tutto quel che verrà sarà solo un per di più, ma che per di più.

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