“Quando un arbitro diventa professionista, l’unica squadra per cui tifa è sé stesso”. Così Pierluigi Collina, probabilmente il migliore arbitro della storia del calcio, ha parlato di recente nell’intervista con lo staff di Calciatori Brutti nel corso di un’intervista fiume. Tra le domande rivoltegli vi era anche quella sul conflitto di interessi che potrebbe sorgere quando un arbitro viene chiamato a fischiare per una squadra geograficamente vicina alle sue origini, o addirittura che combacia con queste. E questo casca a fagiolo casualmente con la designazione dell’arbitro Simone Sozza (milanese di nascita, ma residente in Monza Brianza) per Inter-Roma.
La regola, infatti, prevede che un arbitro non possa arbitrare la squadra della sua sezione di competenza, ovvero dove ha la residenza che non per forza coincide con il luogo di nascita. Lo stesso Collina, nato a Bologna ma con residenza a Viareggio una volta diventato arbitro professionista, ha dichiarato che con lui i felsinei (per cui faceva il tifo da ragazzo) sono addirittura retrocessi in un derby spareggio contro il Parma.
Fermo restando che la vicinanza territoriale, volendoci vedere del marcio, può anche essere un’arma a doppio taglio poiché un bresciano non favorirà mai l’Atalanta, così come un livornese non favorirà mai il Pisa, di certo siamo sicuri che un arbitro non rischierà di compromettere la sua carriera per poi magari festeggiare lo Scudetto dell’una o dell’altra parte. Già perché sul web c’è anche chi dice che appartenga alla sponda opposta del Naviglio.
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