Si parla tanto della designazione dell’arbitro milanese Sozza per Inter – Roma con tanto di polemiche sui social da parte giallorossa.
Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport ha detto la sua, gettando acqua sul fuoco: “Sozza è considerato il miglior esponente della nouvelle vague arbitrale, al punto che il designatore Gianluca Rocchi ha l’abitudine di seguirlo in quasi tutte le trasferte per proteggerne la crescita. Seregno dista 25 chilometri da Milano, 11 da Monza (o Sozza si trasferisce o non potrà mai arbitrare la squadra di Berlusconi e Galliani) e soltanto 6 da Lissone.
È giusto ricordare che Sozza è bravo, onesto e vuole bene ai genitori. E che ha già arbitrato una milanese contro una romana, Milan-Lazio 4-0 (ahia), oltre a Juve-Napoli e, proprio l’altro ieri, Udinese-Salernitana.
Il mio personale in bocca al lupo a Sozza: se è un arbitro con le palle uscirà indenne e migliorato anche da Inter-Roma; se non le ha, se non è in grado di affrontare pressioni di questo genere, non diventerà mai un grande arbitro e presto eviterà altre trasferte al suo tutor”.
Fabio Capello, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha fatto il punto sulla corsa scudetto: “Il derby è una spallata data dall’Inter ai rivali, soprattutto dal punto di vista psicologico. Ma ricordiamoci che questo 3-0 porta solo a una finale di Coppa Italia, non ti consegna automaticamente lo scudetto: la lotta è aperta e decideranno le prossime partite. Certo è che la squadra di Inzaghi è uscita da San Siro con grande fiducia. Ha ritrovato la convinzione di essere forte da ogni punto di vista, anche se il risultato non dice tutto”.
“Il Milan non meritava la sconfitta – ha aggiunto l’ex allenatore rossonero -, ha avuto diverse occasioni che non ha sfruttato, ma l’Inter ha mostrato di avere idee chiarissime e ha ribadito che può giocare in tante maniere, non solo in una. Sa come difendersi e come ripartire: Inzaghi ha capito quale era il modo migliore per esaltare le caratteristiche dei suoi giocatori in funzione di quelle degli avversari. Questa è proprio la principale dote di un allenatore”.