La vittoria ottenuta sulla sirena dal Milan in casa della Lazio conferma che l’Inter, in questo finale, farà bene a guardare solo se stessa e non contare su nessuno. Per vincere questo campionato, i nerazzurri hanno una sola strada sicura: vincere le cinque partite che restano contro Bologna, Udinese, Empoli, Cagliari e Sampdoria. Inzaghi, tuttavia, a differenza degli altri allenatori di Serie A, in questa volata finale dovrà mettere in conto anche due impegni infrasettimanali che intaseranno inevitabilmente il calendario, costringendo i giocatori a un dispendio fisico e mentale non indifferente: il primo è il recupero contro i felsinei in programma mercoledì (ore 20:15), il secondo la finale di Coppa Italia dell’11 maggio contro la Juventus a Roma.
Per questo, sarà necessario ricorrere a delle rotazioni che riguarderanno quasi tutti, ma non i tre di centrocampo: a meno di infortuni o squalifiche, il trio composto da Barella, Brozovic e Calhanoglu non ne salterà una. “La strategia di Inzaghi in questo senso è chiara – scrive La Gazzetta dello Sport -. Far riposare a turno questi tre, ma solo a partita in corso, a risultato acquisito, risparmiando loro minuti presziosi, cartellini pesanti oppure infortuni. Ma è troppo grande la distanza tra questi tre e le seconde linee di centrocampo, per immaginare una rotazione”.
D’altronde, se consideriamo la somma fra gol e assist – dunque di partecipazioni gol – ottenuta fra il sardo, il croato e il turco arriviamo a quota 32: nessun centrocampo, in Italia, ha fatto meglio. “Il 3-5-2 favorisce il contributo di tutto il trio rispetto a chi utilizza per esempio un 4-2-3-1 che costringe i due mediani a maggiori compiti di copertura: quel 32, però, resta impressionante. Calhanoglu è salito a 7 gol e 10 assist, Brozovic ha recentemente aggiunto 2 reti all’assist già prodotto in passato e Nicolò Barella vanta 3 centri e 9 assist. Se l’Inter è il miglior attacco del campionato, il merito è anche loro”.