Il derby per lo scudetto tra Inter e Milan durerà fino all’ultima giornata del 22 maggio, l’unica con le duellanti in campo in contemporanea. Se vincerà il Milan, appaierà i cugini a quota 19, e sarà di nuovo tricolore dopo 11 anni. Se vincerà l’Inter campione in carica, avrà la seconda stella. Ecco l’analisi del quotidiano La Repubblica.
Calendario
In teoria sfavorisce il Milan, atteso da Fiorentina, Verona, Atalanta e Sassuolo. Sembra più morbido (Bologna, Udinese, Empoli, Cagliari e Sampdoria) per l’Inter. Che può scavalcare il Milan, se vince domani a Bologna nel recupero, però ha l’incognita atletica di 6 partite in 25 giorni, inclusa la finale di Coppa Italia con la Juve, contro le 4 del Milan.
Stato di forma
L’equilibrio attenua il fresco 3-0 interista nel derby di Coppa Italia. L’Inter ha vinto le ultime 5 partite fra campionato e coppa, con 12 gol fatti e 2 subiti, non perde dal 20 febbraio col Sassuolo, ha il miglior attacco e la miglior difesa, è prima per tiri nello specchio, assist e cross utili e non si allarma, se Vidal e Gosens non partiranno per Bologna, riducendo il turnover. Ma il Milan, che ha segnato solo 20 gol nel girone di ritorno e ha pareggiato 5 delle ultime 12 partite di campionato, non perde dal 17 gennaio con lo Spezia, all’Olimpico ha schiacciato la Lazio e ha ritrovato nel momento decisivo Ibrahimovic e Rebic.
Gli allenatori
Né Simone Inzaghi, né Pioli hanno mai vinto lo scudetto, ma non intendono rinnegare la tattica. Dopo l’1-0 alla Juve, l’Inter ha riattivato la macchina da gioco del 3-5-2, inceppata dal derby di febbraio. Il gol di Dumfries con la Roma è un manifesto: 9 tocchi, 7 giocatori coinvolti, 14 secondi da Handanovic alla porta avversaria. Il Milan sbandiera il 4-2-3-1 ultraoffensivo, elastico e avanguardista, con 7-8 giocatori oltre la metà campo.
Gli uomini chiave
Più ancora dei difensori e della coppia Lautaro-Dzeko (29 gol), il punto di forza dell’Inter è a centrocampo: Brozovic si è messo anche a segnare, Çalhanoglu arrivato a parametro zero dal Milan fa più assist di tutti in A (10) con Berardi e Milinkovic, ma Barella, altrettanto insostituibile, è a 9. Il Milan fa leva sui trascinatori: Tonali goleador a Roma, Leao inafferrabile, Giroud fulcro d’attacco e gli ex infortunati Ibra e Rebic.
La società
Il Milan sta cambiando proprietà, dal fondo americano Elliott al fondo arabo Investcorp: venerdì 29 la prima firma sull’accordo. Ma il dt Maldini («C’era chi non ci dava nemmeno tra le prime 4») sa che non ci saranno rivoluzioni sportive. L’Inter cinese, dai conti più critici, contrappone l’immagine di un gruppo unito, con l’ad Marotta, Inzaghi e il presidente Steven Zhang spesso insieme alla Pinetina. San Siro, dopo il lockdown, si è riempito più di ogni altro stadio. Milano non si perde un istante del suo derby infinito.
(FONTE: LA REPUBBLICA)
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