City e Real re di Champions: analogie e differenze con l’Inter del Triplete

Chi vincerà la Champions League? Anche questa edizione della coppa “dalle grandi orecchie” sta per volgere al termine. La finale è in programma per il 28 maggio, a Parigi. Eppure, due delle formazioni più quotate del Vecchio Continente si affronteranno già in una delle semifinali, vale a dire Manchester City e Real Madrid. A scontrarsi non saranno soltanto delle compagini che vantano molti dei giocatori più ambiti del globo, ma anche due allenatori dai palmarès di tutto rispetto. Sia Guardiola sia Ancelotti hanno vinto più di una Champions nelle loro carriere. Ad oggi i pronostici sorridono agli inglesi, ma gli spagnoli hanno già fatto fuori una squadra d’oltremanica come il Chelsea, ribaltando una situazione di svantaggio.

Il Manchester City ha assimilato a pieno i concetti di Guardiola, ma se qualcuno spera di rivedere ancora il proverbiale “tiki taka” rimarrà deluso. De Bruyne & co. hanno lasciato intendere più volte di non voler scimmiottare il Barcellona di 10 anni fa. Rispetto alla leggendaria formazione blaugrana, i “citizens” sono meno dediti al palleggio e tendono più spesso a verticalizzare. Anche se si è leggermente snaturato, Guardiola ha continuato a macinare risultati importanti e già nel 2021 era arrivato alla finale di Champions, perdendo di misura contro il Chelsea. La qualità dei singoli è tale da far pensare che questo potrebbe essere l’anno giusto per trionfare.

Ancelotti non vuole essere da meno. Il passaggio del turno conquistato contro il Chelsea ai quarti di finale ha conferito nuovo entusiasma all’ambiente madrileno, che ha trovato in Karim Benzema il suo nuovo caposaldo, nonostante stiamo parlando di un giocatore che milita da tempo tra le “merengues”. Spesso si è detto che Dybala sia stato chiuso alla Juventus da Cristiano Ronaldo. Forse è successo qualcosa di simile a Madrid tra Benzema e CR7. Sta di fatto che oggi è il francese a trascinare il Real, che vive soprattutto delle sue individualità. Ancelotti è sempre stato abile a mettere insieme top player differenti, cambiando anche modulo negli anni. Basta il guizzo di un singolo per cambiare una partita di questo Real Madrid. Alcuni dati statistici sono lì a ricordarlo: Karim Benzema ha preso parte a 5 match tra Manchester City e Real Madrid in Champions, ed ha realizzato 3 gol (più di ogni altro giocatore in questa sfida diretta). Insomma, nemmeno il Manchester City può dirsi al sicuro.

Quando una squadra prestigiosa si avvicina alla conquista della Champions, in Italia il pensiero non può che volare all’Inter di Mourinho, l’ultima compagine nostrana in grado di salire sul tetto d’Europa a livello di club. I progetti odierni di Manchester City e Real Madrid, però, sono abbastanza diversi. Gli inglesi, in particolare, sono ormai ossessionati dalla vittoria e vedrebbero come un fallimento un risultato inferiore rispetto a quello dell’anno scorso. La EFL Cup è già andata, ma sono soprattutto la Premier e la Champions League a contare. Il Real Madrid, che ha riabbracciato Ancelotti solo alla vigilia di questa stagione, è stato eliminato invece ai quarti di finale di Coppa del Re. Insomma, né il City né il Real potrebbero puntare al triplete.

Quando Moratti ingaggiò Mourinho, lasciando a casa Mancini nonostante i tanti scudetti in archivio, fu proprio per avviare un progetto vincente in Europa. L’Inter non vinceva il più importante dei trofei continentali dal 1965 e tornò a riuscirci solo nel 2010 proprio grazie al tecnico portoghese. L’eccessiva riconoscenza nei confronti degli eroi del triplete, che si tradusse in una serie di rinnovi e di mancate cessioni, impedì però al “Biscione” di aprire un ciclo duraturo. Il progetto si era già consumato, concentrato tutto nel biennio di “Mou”. Col senno di poi, forse oggi gli interisti avrebbero preferito una filosofia societaria più simile a quella di City e Real…

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