Mario Sconcerti il giorno dopo Bologna-Inter 2-1 ha fatto il punto sulla corsa scudetto sul Corriere della Sera: “È stata una partita incomprensibile dei nerazzurri. Radu ha fatto il massimo, ma l’inquietudine è stata di tutti. L’impressione è che sia stata sbagliata la gestione della vigilia e della partita”.
“Inzaghi ha chiesto calma per ogni minuto della gara, ma nel cercarla la squadra si è come sottomessa, è rimasta a guardare aspettando che qualcosa cambiasse la partita al posto suo. Non è stata l’Inter del campionato, nemmeno quella del momento buio. È stata un’Inter senz’anima, inutile, disarticolata, pensierosa, disfatta dalla sua stessa attesa. Il Bologna non ha nemmeno avuto fortuna, ha giocato come poteva e sa, si è concesso il lusso di marcare Brozovic con Barrow e di fare una partita lineare. È l’Inter che è mancata, improvvisamente vuota. È una sconfitta pessima perché arriva dentro un vuoto. Non la capisci, non sai spiegarla”, ha concluso Sconcerti.
Marco Materazzi ha ripercorso la sua carriera, ospite della Link Campus University, durante un incontro dal titolo “Inside the Mind of a Winner”. “Tutti mi parlano sempre dei miei successi, ma bisogna capire quel che è avvenuto prima. Io ero proprio come i ragazzi presenti oggi davanti a me. Volevo imparare, migliorare, ma a 23 anni giocavo ancora nelle serie minori e spesso venivo considerato un raccomandato perché ero figlio di un allenatore. All’Inter sono arrivato dopo molti passaggi intermedi. Di fatto, ho cominciato a vincere a quasi 34 anni e da lì non mi sono più fermato, arrivando a 17 trofei. La finale dei mondiali del 2006 è stata un po’ una sintesi della mia vita sportiva, fatta di alti e bassi. Ho provocato il rigore per la Francia, ma poi ho pareggiato e infine ho segnato uno dei rigori decisivi”, ha concluso Materazzi.