Su La Repubblica, editoriale di Paolo Condò dopo la vittoria dell’Inter in finale di Coppa Italia. “Ribadisce la bontà dell’annata interista, partita con poderosi tagli all’organico e arrivata con risultati concreti, una porta sullo scudetto non ancora sprangata e persino un piccolo rimpianto europeo. L’Inter solleva una coppa Italia che toglie ogni dubbio residuo sul diritto di Simone Inzaghi a proseguire l’avventura nerazzurra. Se possibile senza la temuta cessione “pesante” e con un organico arricchito, perché la leadership sulle partite abituale nella fase ascendente della stagione si è ridotta a primavera, quando il contributo delle seconde linee diventa più prezioso”.
“Dando per scontata la necessità di rinnovare il contratto di Ivan Perisic, occorre che Inzaghi inserisca a pieno titolo fra i titolari un crack come Gosens. A costo di cambiargli ruolo: non esiste che un simile rinforzo, in carenza poi di rimpiazzi adeguati, ammuffisca in panchina”, ha concluso Condò.
Per Christian Vieri, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il campionato non è ancora finito: “Ora tutti giocano per vincere. Il calcio “all’italiana” di una volta non esiste quasi più e il campo fa nomi e cognomi, smaschera chi ha un gioco ancora stantio. L’Empoli dopo mezzora è 2-0 a San Siro: poi perde perché c’è troppa differenza, poteva prendere dieci gol, ma giocando a calcio ha fatto paura all’Inter. Il Verona va avanti con il Milan, lo costringe a rimettere a posto la partita”, dice Bobo alla Gazzetta dello Sport.
“Non ci sono percentuali. L’Atalanta in Italia può vincere contro chiunque, in casa e soprattutto fuori. Il Cagliari si sta giocano la salvezza e l’avete visto a Salerno? Erano indemoniati. Il Milan ha indirizzato il verdetto, la classifica dice che è favorito, ma nelle prossime due giornate può succedere ancora di tutto. Se ci saranno sorprese, non meravigliatevi”.