Era tutto apparecchiato. Un’altra vittoria del Milan a pochi minuti dal calcio d’inizio, il concreto rischio che sfociasse in rassegnazione, le motivazioni extra degli avversari, lo stadio tutto esaurito, la fisiologica stanchezza derivante dai 120 minuti di mercoledì. Il banchetto rossonero, insomma, era pronto a prendere il via baldanzoso. Non è un caso che Piazza Duomo si fosse riempita di trepidanti tifosi milanisti in attesa di buone notizie dalla Sardegna, non è un caso che a San Siro ci si fosse lasciati andare a scene di giubilo: la percezione forte, in casa rossonera, era che i giochi si potessero chiudere stasera. L’Inter, però, sparecchia la tavola rossonera ottenendo una vittoria autoritaria, approcciando in maniera ottimale la gara e non risentendo particolarmente dell’impegno infrasettimanale.
I nerazzurri lo hanno fatto con ottima fluidità di gioco, trovando la rete che ogni adepto del 3-5-2 desidera: quella da quinto a quinto, come avvenuto in occasione del primo gol con il cross di Perisic e lo stacco di testa di Darmian. L’Inter non si scompone neppure dopo il gol annullato a Skriniar e continua ad attaccare, sfruttando un Lautaro sempre più determinante: palo nel primo tempo cui fa seguito un miracolo di Cragno, poi la doppietta nella ripresa che vanifica definitivamente ogni speranza tricolore del Milan. Numeri davvero importanti, quelli del Toro: 13 gol nelle ultime 13 partite, 21 gol in campionato, 25 stagionali nonostante le numerosissime sostituzioni intorno all’ora di gioco.
I rossoneri dovranno conquistarselo, lo Scudetto, sul prato di Reggio Emilia domenica prossima. Non esattamente un’ardua impresa, dal momento che la tifoseria del Sassuolo non è esattamente nutrita o calorosa e lo stadio sarà praticamente tutto rossonero. La squadra di Dionisi, inoltre, è priva di ogni obiettivo: si è tolta pure lo sfizio di raggiungere quota 50 punti grazie alla vittoria di Bologna. Soprattutto, però, il Milan non sarà obbligato a vincere: ai Pioli boys basterà un punticino per cucirsi il tricolore sulla maglia. Da un punto di vista razionale, insomma, le speranze nerazzurre sono davvero ridotte ai minimi termini e incastonate nell’ordine di una piccolissima percentuale. Tuttavia, chiunque abbia studiato un po’ di storia di calcio e della Serie A sa che spesso, nelle ultime giornate, la razionalità viene meno e succedono le cose più assurde. L’Inter non può che aggrapparsi ad un miracolo e fare tutto ciò che è in suo controllo, ovvero battere la Sampdoria. Il resto dovrà farlo la radiolina. Anzi, più presumibilmente l’app Dazn sui vari devices di chi sarà a San Siro.