Henrikh Mkhitaryan aveva già detto sì all’Inter prima della finale di Conference League, quando Simone Inzaghi lo ha telefonato per esporgli i piani e il ruolo cucito per lui in vista della prossima stagione. La trattativa di Marotta e Ausilio con i rappresentanti dell’armeno, poi, è stata una conseguenza, con un’intesa raggiunta rapidamente. E così l’ormai ex Roma, nella giornata di ieri, ha confermato al tecnico piacentino la volontà di raggiungere a Milano, oltre a comunicare ai giallorossi la decisione di non rinnovare il contratto. Vano il pressing di Mourinho, che quest’anno ha puntato proprio su Micki come titolarissimo in diversi ruoli.
Già, la versatilità è stata una parola chiave nella scelta dell’Inter di ingaggiare il classe 1989. Come riporta il Corriere dello Sport, infatti, Inzaghi “gli ha prospettato la sua volontà di impiegarlo non solo come vice Calhanoglu, ma anche più avanzato, diciamo trequartista in un 3-4-1-2 di assalto o addirittura come second punta. A Michi la proposta dell’allenatore che ha sfidato nei derby della Capitale è piaciuta e ha finito per pesare più dell’offerta economica interista che di fatto la Roma aveva pareggiato o forse addirittura superato con i bonus (il secondo anno era garantito solo con il 50% delle presenze”. L’armeno, dunque, potrà ricoprire il ruolo di mezzala ma anche quello di quinta punta nello scacchiera di Inzaghi, oltre a poter disimpegnarsi – all’occorrenza – anche da vice-Brozovic. Mourinho, infatti, lo ha scelto in alcuni casi anche come regista. Certo, questo conduce alla dispersione della sua pericolosità in zona gol e assist, ma i piedi di Mkhitaryan consentono ottima costruzione di gioco ed uscita pulita.
Sulla scelta, poi, ha ovviamente inciso pure la possibilità di giocare la Champions League: il massimo palcoscenico continentale evidentemente manca a Mkhitaryan che, arrivato a 33 anni, ha tanta voglia di tornare a misurarsi con i top club e i top player europei.