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L’ANALISI – C’era una volta il campo, ora il bilancio

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Tanto rumore per nulla, è vero. Gli altri club non stanno facendo molto sul mercato, la pandemia ha fiaccato i bilanci dei club italiani e la Serie A, dati alla mano, è un campionato poco appetibile, che non attira sponsor e investitori (il nodo stadio è un altro punto dibattuto).

Tuttavia, sempre più il tifoso deve fare i conti con una realtà fatta di proprietà gestite da poche famiglie e da molti fondi speculativi, il cui unico obiettivo è rivendere al migliore offerente. Lunga vita alle famiglie quali Zhang o Friedkin che hanno investito senza fare troppi ragionamenti di portafoglio.

Ma, arrivati all’estate 2022 con la necessità di far cassa nuovamente, al tifoso, lontano dalle speculazioni economico-finanziarie comincia a sorgere più di un dubbio. Perché sempre noi? Why always us, rimarcando la nota espressione balotelliana. E a ragione, aggiungerei.

Il giuoco del calcio (giuoco, per l’appunto), nasce per dilettare non solo i giocatori, ma soprattutto il tifoso, un eterno inguaribile romantico. Risvegliato dal torpore della magia del campo da pesanti cessioni. L’interismo non è in vendita, così come la passione ed è meglio che i proprietari di club di tutto il mondo comincino a capirlo.

“Per 80 mln glielo porto io in spalle” e frasi del genere. Abituati, oramai, alla svendita dei valori sani di un calcio morente, in nome di vocaboli mai sentiti prima come sostenibilità e player trading, ci assuefacciamo alla realtà dei fatti: conta il bilancio, conta vincere nel più breve tempo possibile, contano i ricavi. Il come non importa, l’importante è raggiungere lo scopo.

Eppure il gioco del calcio era nato, come ogni sport, per divertire. L’esigenza di far quadrare i conti c’è ed è importante che un club sano ne tenga conto (nonostante i tassi di interesse folli sul bond e sul prestito di Oaktree), ma il tifoso vuole divertirsi e vuole vedere l’interismo, non giocatori che appena comprati se ne vanno per aggiustare il bilancio e non per loro volontà. Contano i sentimenti, dopotutto, in un certo modo.

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Published by
Matteo Tombolini