Potrebbe essere destinata a fare discutere molto l’intervista che Hakan Calhanoglu ha rilasciato a Tivibu Spor, vediamo perché: “Ibra non ha 18 anni, è un uomo di 40 anni: io non farei cose del genere a quell’età. Quest’anno non ha praticamente giocato, non ha contribuito al titolo. Gli piace essere al centro dell’attenzione, non mi interessa. Ha scritto di me anche sul suo libro, doveva scrivere queste cose se non sarebbe stato vuoto. Non gli rispondo. Molto difficile ma era la mia occasione di andare nella squadra Campione d’Italia. Poi ha vinto la mia ex squadra e sembrava fosse colpa mia. Penso di aver dato un buon contributo con assist e gol, il supporto dei tifosi mi aiuta molto: ho giocato quattro anni con il Milan e nessun tifoso gridava il mio nome mentre succede ogni volta che faccio riscaldamento pre-partita con l’Inter. L’Inter è molto più forte del Milan ma quella partita è cambiata al 75′, sull’1-0 per noi, dopo che siamo stati sostituiti io e Perisic. L’allenatore ha contribuito alla sconfitta, gliel’ho anche detto. Inzaghi è però una brava persona, capisce di calcio e sta molto vicino alla squadra. La sua insistenza è stata importante per la mia decisione di scegliere l’Inter”.
Ora la domanda sorge spontanea: ma se ci fosse stato ancora Antonio Conte, avrebbe detto lo stesso così? Probabilmente no, e forse è anche questa la causa dello Scudetto perso. Ovvero il poco timore che l’allenatore trasmette ai propri giocatori e che li porta, magari anche involontariamente, a non seguirlo proprio al 100%. La questione sembra oramai lasciata alle spalle, ma quello che emerge è forse un certo lassismo da parte del tecnico ex Lazio.