Willy Gnonto, attaccante dello Zurigo e cresciuto nella cantera dell’Inter, non dimentica il suo passato e – intervistato da Sportweek – racconta la sua storia con i nerazzurri. “Giocavo nell’Inter Suno, vicino a Novara: partecipai ad un paio di tornei contro l’Inter e dopo un anno ero a Milano. Non ero ancora un tifoso, per me all’epoca c’erano solo il Barcellona e Messi. Poi mi sono affezionato e qualche volta ho pianto. Quando? Inter-Juventus, aprile 2018, la partita della mancata espulsione di Pjanic per fallo su Rafinha. Per loro segnò Higuain quasi all’ultimo minuto e, con quella vittoria, misero le mani sullo Scudetto. Io ero a San Siro con il mio amico Elio e scoppiammo in lacrime. Quella sera diventai veramente interista“.
Ma perché, allora, lasciare la Beneamata? “In Italia per un giovane è più difficile. Con la Nazionale ho giocato contro l’Inghilterra e c’erano ragazzi poco più grandi di me che giocano con Arsenal, Tottenham, Chelsea. In Inghilterra o Germania se uno è bravo lo fanno giocare, non guardano la carta d’identità: è mentalità, coraggio”. Lautaro è il giocatore nerazzurro che più piace a Gnonto: “Quello che sa fare in area non devo dirlo io. Mi piace perché non molla mai, è sempre cattivo. Un trascinatore”.
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