Kristjan Asllani, autore del gol del definitivo 2-2 contro il Monaco in amichevole, ha parlato ai microfoni di Sportitalia nel post partita: “In dodici mesi, praticamente un anno e mezzo, sono passato dal non giocare in Primavera ad arrivare qui. Lavoro per dare sempre il massimo. Sono molto contento di allenarmi con loro tutti i giorni, posso solo imparare da gente così e cercare di fare il massimo possibile. Voglio imparare il più possibile dai miei compagni, cercherò di farlo il più in fretta possibile”.
“Gli obiettivi personali? Io guardo di partita in partita, ma abbiamo un obiettivo di squadra che è quello di vincere lo Scudetto. Puntiamo a quello e cercheremo di prendercelo”.
Le parole di Asllani
Kristjan Asllani ha parlato anche a Cronache di Spogliatoio del suo arrivo all’Inter: “La Sagra dello stringozzo è un appuntamento imperdibile dalle mie parti. A Buti ci sono arrivato quando avevo due anni, partendo con la mia famiglia dall’Albania. Due anni fa, prima del Covid, per l’ennesima volta c’ero anche io. Amo le sagre e fare il cameriere. Corri sudato schivando le sedie e le zanzare per portare il cibo ai compaesani, ai turisti e alle persone che accorrono dalle zone vicine. Sue anni dopo, beh, ho dovuto saltare la sagra perché ho coronato il sogno di diventare un giocatore dell’Inter”.
“Che emozione aver ricevuto quel messaggio da Javier Zanetti: «Benvenuto all’Inter, Kristjan». Sono mezzo svenuto. Mentre i miei migliori amici servivano ai tavoli, io mi sono ritrovato nella stessa stanza di Romelu Lukaku per fare la prova sotto sforzo durante le visite mediche. Avevo la maglia dell’Inter perché l’Inter mi aveva appena comprato. Ci ho capito poco di quei giorni, sono sincero: un po’ perché i riflettori non fanno per me, e forse Parco Danielli e Piazza Garibaldi sono gli unici luoghi in cui mi sento a casa; un po’ perché nel 2010 avevo 8 anni e in punta di piedi al bar, in mezzo agli anziani più alti di me, cercavo di vedere un pezzetto di schermo con la finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Quella notte ho capito che amavo questa squadra. Si sentivano le sedie fremere sulle mattonelle quando Milito ha puntato Van Buyten, poi non ci abbiamo capito più niente. Mi ricordo che è volato per terra qualche bicchiere, e io saltavo e saltavo”, ha aggiunto Asllani.
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