Milano non è mai stata così vicina al Belgio come quest’anno: Lukaku totem dell’Inter da una parte; Origi, De Ketelaere e Origi fra i protagonisti dell’attacco del Milan. E allora La Gazzetta dello Sport ha intervistato il ct delle Furie Rosse, Roberto Martinez, a due giorni dal nuovo campionato che vedrà impegnati rossoneri (in casa con l’Udinese) e nerazzurri (a Lecce) già sabato.
“La posizione di Origi e De Ketelaere è diversa rispetto a quella di Lukaku: loro sono in un nuovo club, Rom è tornato a casa. Sorpreso dal ritorno all’Inter? Conosco Romelu da anni, non sono assolutamente sorpreso della sua scelta e della sua determinazione nel tornare a Milano costi quel che costi: era quello che voleva. Ha dato moltissimo all’Inter già nella sua prima esperienza e, tra finale di Europa League e scudetto, ha creato un legame emozionale con la gente interista che non si è mai interrotto. Più che un progetto sportivo, Rom ha sposato un sentimento. Partiamo da qui. È andato alla ricerca di emozioni che sono indipendenti dalle vittorie. Parliamo di cuore e non solo di calcio. Poi lo vedo assolutamente concentrato su quello che vuole, ovvero vincere con la squadra che ama: darà tutto per dimostrare che è decisivo come la prima volta”.
I due allenatori con i quali Lukaku ha reso al massimo sono stati Conte (all’Inter dal 2019 al 2021) e lo stesso Martinez (all’Everton dal 2013 al 2016). Inzaghi può inserirsi in questo gruppo? “Romelu è un attaccante modernissimo e totale. Si adatta a diversi sistemi, non è vero che con lui si gioca solo in una maniera. Può essere il riferimento in un gioco rapido e diretto verso le punte, può essere utile nelle battaglie fisiche, ma è bravo anche a combinare con i compagni in un sistema manovrato come nel Belgio. Per questo si adatterà benissimo a un allenatore nuovo e a compagni che, nel mentre, sono cambiati: non ho dubbi sull’impatto che avrà sull’Inter e sulla Serie A“.
(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)