Editoriale del giorno dopo di Mario Sconcerti sul Corriere della Sera: “Milan efficace e un po’ disordinato. Resta il segno di una partita non facile, per epoca, stagione, emozione, dovere, vinta senza mai averla in mano del tutto e senza mai soffrire troppo. Ha deciso la pura differenza tecnica, che è la cosa vitale del calcio. L’Inter si è trovata dentro una partita di altri tempi, con avversari colpiti dalla gloria improvvisa che corrono, picchiano e restano in partita per pura adrenalina”.
“Il risultato è ingiusto per il tempo in cui arriva, è il segno che resistere non serve a niente, conta il destino. Ma è più che esatto nella sostanza. L’Inter aveva fatto molto di più. La partita stavolta l’ha vinta Inzaghi con i cambi, l’errore c’è stato quando ha messo Calhanoglu regista al posto di Brozovic, errore durato meno di dieci minuti, poi è stato un vero assedio. Il migliore è diventato Dimarco, il suo sinistro è crudele perché corre veloce ma è sempre preciso, smonta le difese schierate. Non è stata una bella Inter. C’è stata un po’ di lentezza e supponenza, una modestia sparsa come la nebbia che saliva dal mare. Ma è successo quello che doveva. E questo l’Inter lo ha meritato“, ha concluso Sconcerti.