16 ottobre 2021, Simone Inzaghi ritrova per la prima volta la Lazio all’Olimpico da avversario, dopo 22 anni di militanza da giocatore, allenatore delle giovanili e poi tecnico della prima squadra. Saluta la curva biancoceleste con grande affetto e commozione prima di una partita alla quale l’Inter arriva a ranghi ridotti a causa della sosta per le nazionali: si gioca alle 18, molti sudamericani fra cui Lautaro e Correa sono arrivati solo il giorno prima e per questo il piacentino schiera una formazione con Perisic al fianco di Dzeko in avanti. Il primo tempo fila liscio, i nerazzurri vanno in vantaggio con il croato sul rigore, poi nella ripresa arriva il tracollo: finisce 3-1 per la Lazio, il primo ritorno di Inzaghi nella sua casa è amaro, poiché gli costa la prima sconfitta in campionato da allenatore dell’Inter. Nel girone di ritorno, invece, l’Inter sfida i biancocelesti a San Siro il 9 gennaio: lo fa da capolista, vince 2-1 e conferma il primato. Dopodomani sarà tempo della nuova visita di Inzaghi all’Olimpico biancoceleste: com’è cambiato il tecnico nerazzurro? Se lo chiede La Gazzetta dello Sport.
“Se una stagione fa era ancora un principe mezzosangue, metà biancoceleste e metà nerazzurro, timidino nell’approccio alla nuova e più grande realtà, adesso Inzaghi è ben più risoluto. Ha dimostrato di poter cambiare lo scenario attorno a sé con parole e azioni da manager all’inglese: ha appena forzato la mano col presidente per tenere legato a una sedia Milan Skriniar, ma ha pure mostrato coraggio e inventiva nelle scelte in campo. In questo ritorno al futuro, Inzaghi arriva con una gang tutta nuova: Romelu Lukaku è il capopopolo, la palla di demolizione che l’anno scorso il tecnico non aveva. Ancora più pericolosa, poi, se combinata con Lautaro Martinez, un altro di quelli che l’anno scorso litigò con maggiore furia contro Felipe Anderson. Ma è nella panchina che si nasconde il segreto. Edin Dzeko con la Lazio ha la motivazione di un derby, ma entrando nell’ultimo scorcio di partita sa essere perfino più decisivo. Inzaghi non ha più il Perisic dirompente che gli diede subito il vantaggio a ottobre, ma si gode un super Dumfries all’altezza degli altri attaccanti. Poi, con Gosens in crescita nei valori di Appiano Gentile e con i tuttofare Dimarco e Darmian, Simone il milanese (con residenza per 22 anni a Roma Nord) è più che coperto“.
(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)
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