Lazio-Inter di domani sera all’Olimpico (ore 20:45) non sarà solo la prima partita di cartello stagionale, ma anche una gara che metterà tanti protagonisti di fronte al proprio passato. Sono ben cinque, infatti, gli ex della partita.
1) Samir Handanovic: cominciando dai trasferimenti meno recenti, non tutti sanno che nel curriculum dell’attuale capitano nerazzurro c’è anche un passato, seppur fugace, in biancoceleste. Il portiere sloveno, infatti, fu acquistato dall’Udinese nel 2004-05, ma venne dirottato in prestito durante le prime stagioni in Friuli. Nel gennaio 2006, infatti, dopo sei mesi di prestito al Treviso, fu dirottato ancora a titolo temporaneo proprio alla Lazio, club con il quale mise insieme una sola presenza nell’ultima giornata di campionato contro il Parma. Curiosità: fra i compagni di squadra di Handanovic c’era anche il suo attuale allenatore, Simone Inzaghi.
2) Stefan De Vrij: nell’estate del 2014, la Lazio di Lotito prelevò il centrale olandese dal Feyenoord per 8,5 milioni di euro. Le quattro stagioni romane furono molto importanti per De Vrij, che si affermò come uno dei migliori difensori della Serie A attirando le attenzioni dell’Inter: i nerazzurri lo ingaggiarono a zero nell’estate del 2018 dopo la trattativa fallita per il rinnovo fra Stefan e il club biancoceleste. L’addio fu burrascoso, con gli assurdi sospetti alimentati dai tifosi laziali (e non solo) per il rigore causato dal difensore olandese nell’ultima giornata di campionato proprio contro i nerazzurri di Spalletti, in quello che fu una sorta di spareggio per la qualificazione in Champions League vinto dall’Inter per 3-2. Da allora, ogni qualvolta De Vrij si ripresenta nell’Olimpico biancoceleste da avversario, è oggetto di una bordata di fischi. Domani non sarà diverso.
3) Simone Inzaghi: situazione diversa per il tecnico piacentino, che con la Lazio ha vissuto una lunga storia d’amore di ben 22 anni. Arrivato nel 1999 da giocatore, si ritirò nel 2010 dopo 196 presenze totali con la maglia biancoceleste per proseguire nello stesso club da allenatore delle selezioni giovanili fino al 2014, anno in cui salì di grado assumendo la guida della Primavera. Nell’aprile 2016, poi, l’esonero di Pioli e la decisione di Lotito di affidare la Prima Squadra proprio a Inzaghi, inizialmente con un compito da traghettatore. In estate, infatti, venne ingaggiato Bielsa, con il tecnico piacentino destinato alla Salernitana (all’epoca di proprietà di Lotito), prima delle dimissioni shock dell’argentino per divergenze con la proprietà. Il patron, così, decise di affidare la guida della squadra nuovamente a Inzaghi, stavolta con incarico definitivo: il ciclo durerà fino al 2021 e terminerà dopo 251 panchine, incorniciato da una qualificazione in Champions League dopo 20 anni di assenza (nel 2019-20), due Supercoppe e una Coppa Italia. Poi un nuovo addio pieno di tensioni, stavolta non con i tifosi – come per De Vrij – bensì con lo stesso Lotito: il tecnico era in scadenza di contratto, l’intesa per il rinnovo sembrava esserci (ci fu una cena proprio a Roma fra allenatore e presidente), poi arrivò l’Inter. Sfida accettata, addio alla Lazio. Il tecnico non perde comunque occasione di ribadire il proprio affetto per la piazza, come accaduto l’anno scorso all’Olimpico con il saluto a tutti i tifosi sotto la Curva e anche nella partita di San Siro, quando evitò di esultare dopo la vittoria ottenuta dai nerazzurri.
4) Joaquin Correa: il Tucu arrivò alla Lazio dal Siviglia nell’estate del 2018 per 16 milioni più bonus. A Roma fu spesso utilizzato da Inzaghi come partner di Immobile, vincendo una Coppa Italia (suo il gol del 2-0 in finale contro l’Atalanta) e una Supercoppa Italiana contro la Juventus. Per lui 117 presenze totali con la maglia biancoceleste e 30 reti a referto. Nell’estate del 2021, poi, dopo l’addio improvviso di Lukaku, ecco la chiamata di Inzaghi e dell’Inter per sostituire il belga insieme a Dzeko: il trasferimento avviene in prestito oneroso (5 milioni) con obbligo di riscatto pari a 25 milioni, già esercitato dall’Inter. Dopo un’annata difficile condizionata da tanti infortuni e da soli 6 gol in campionato, il Tucu vuole cambiare marcia e ha cominciato bene con un gol allo Spezia nella seconda giornata: chissà che non possa continuare proprio contro il suo passato.
5) Matias Vecino: parli dell’uruguaiano e ritorni a De Vrij, quindi a quella famosa gara del 20 maggio 2018 che mandò l’Inter in Champions, decisa proprio da un suo stacco di testa che fissò il risultato sul definitivo 3-2 completando la rimonta e rendendo l’urlo di Trevisani “l’ha presa Vecino” il tormentone dell’estate nerazzurra. Era la prima stagione di Matias all’Inter, ne seguiranno altre quattro con rendimento sempre decrescente, fino all’addio a zero di quest’estate dopo 127 presenze in nerazzurro. Vecino ha scelto proprio la Lazio, richiesto dal suo vecchio mentore Sarri con cui, nel 2014-15 ad Empoli, si trovò alla grande.
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