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Inter, la Cremonese apre un mini ciclo di 6 gare in 20 giorni e Inzaghi studia nuove soluzioni: Asllani titolare già stasera?

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Simone Inzaghi sta studiando nuove soluzioni in vista di questo mini ciclo da 6 gare in 20 giorni e già stasera contro la Cremonese potrebbe ricorrere al turnover.
“Nelle ultime ore – scrive la Gazzetta dello Sport – sono aumentate le possibilità per un debutto da titolare per Kristjan Asllani, fin qui impiegato appena sei minuti contro lo Spezia. L’ex Empoli è pronto a prendersi le chiavi del gioco e a concedere a Brozovic – non ancora al top e visibilmente nervoso contro la Lazio – di tirare un po’ il fiato in vista di Milan e Bayern, prossimi due big match.
Asllani è stato l’uomo dell’estate, la più bella rivelazione del precampionato: Simone non voleva accelerare i tempi, ma ha massima fiducia. Sembrano invece in calo le chance di prima volta per Onana: capitan Handanovic va verso la conferma tra i pali. Davanti, più Dzeko di Correa, ma alla fine poi passa tutto per Lautaro”.

Asllani: “Quando mi ha scritto Zanetti sono mezzo svenuto”

Kristjan Asllani ha parlato a Cronache di Spogliatoio del suo arrivo all’Inter: “La Sagra dello stringozzo è un appuntamento imperdibile dalle mie parti. A Buti ci sono arrivato quando avevo due anni, partendo con la mia famiglia dall’Albania. Due anni fa, prima del Covid, per l’ennesima volta c’ero anche io. Amo le sagre e fare il cameriere. Corri sudato schivando le sedie e le zanzare per portare il cibo ai compaesani, ai turisti e alle persone che accorrono dalle zone vicine. Sue anni dopo, beh, ho dovuto saltare la sagra perché ho coronato il sogno di diventare un giocatore dell’Inter”.

Le parole di Asslani

“Che emozione aver ricevuto quel messaggio da Javier Zanetti: «Benvenuto all’Inter, Kristjan». Sono mezzo svenuto. Mentre i miei migliori amici servivano ai tavoli, io mi sono ritrovato nella stessa stanza di Romelu Lukaku per fare la prova sotto sforzo durante le visite mediche. Avevo la maglia dell’Inter perché l’Inter mi aveva appena comprato. Ci ho capito poco di quei giorni, sono sincero: un po’ perché i riflettori non fanno per me, e forse Parco Danielli e Piazza Garibaldi sono gli unici luoghi in cui mi sento a casa; un po’ perché nel 2010 avevo 8 anni e in punta di piedi al bar, in mezzo agli anziani più alti di me, cercavo di vedere un pezzetto di schermo con la finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Quella notte ho capito che amavo questa squadra. Si sentivano le sedie fremere sulle mattonelle quando Milito ha puntato Van Buyten, poi non ci abbiamo capito più niente. Mi ricordo che è volato per terra qualche bicchiere, e io saltavo e saltavo”, ha aggiunto Asllani.

“Non era un segreto, lo sapevano tutti. Tifavo Inter. Anche se ho realizzato il sogno della mia vita, indossare la maglia dell’Inter, le sagre del mio paese mi mancano tanto. Nel giro di un anno ho vinto il campionato Primavera, eliminando l’Inter in semifinale con un gol su punizione; ho segnato il primo gol in Serie A contro l’Inter a San Siro. E alla fine sono diventato nerazzurro, anche se lo sono sempre stato. Dormivo con il pallone sotto al braccio, proteggendolo con la coperta come si fa da bambini per schermarsi dai mostri della notte. Sognavo i tifosi che urlano il mio nome al momento della firma. Pochi giorni fa ho scoperto che non era un sogno” continua l’abanese, ricordando poi che “mio padre mi ha portato per la prima volta a Milano a vedere un derby tanti anni fa, vincemmo 2-1. Ci è tornato quando ho segnato proprio lì il mio primo gol in A, qualche mese fa. Doveva essere destino, lo aspetto al mio esordio: vediamo che combino”, ha concluso Asllani.

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La Redazione