Battere la Cremonese a San Siro, specialmente dopo la pessima prova dell’Olimpico contro la Lazio, era davvero chiedere il minimo. Tuttavia, il contorno della partita nascondeva delle insidie, principalmente a causa di un mercato che, proprio quando sembrava chiuso (almeno in uscita), si è invece riacceso con la possibile cessione di Gosens al Bayer Leverkusen. Il fatto che, a pochi minuti dalla gara, la stragrande maggioranza di tifosi parlasse solo di questo affare rappresentava certamente un evento singolare.
La squadra di Simone Inzaghi, però, non ha tradito portando a casa i tre punti ed è stata letteralmente trascinata da Nicolò Barella, andato a nozze con il baricentro alto della Cremonese e le praterie lasciate dietro. Il centrocampista sardo ha messo la firma in tutti e tre i gol. A lui la conduzione del contropiede in occasione della prima rete, quando ha servito Dzeko il cui tiro è stato respinto da Radu prima del tap-in di Correa; sua la conclusione stellare che ha fissato il risultato sul 2-0; sempre suo il gioco di prestigio e l’assist per Lautaro che ha chiuso la partita. La prova di Barella ha fatto da contraltare a quella dell’amico Brozovic, apparso ancora indietro di condizione e al di sotto dei suoi elevatissimi standard.
L’Inter ha così piazzato il controsorpasso sul Milan e, per quel che vale alla vigilia della quinta giornata di campionato, arriverà al derby davanti in classifica dopo il secondo pareggio consecutivo esterno dei rossoneri. A fine agosto, però, conta soprattutto la condizione fisica, i segnali lanciati dal campo, le prestazioni individuali e su questi aspetti i nerazzurri dovranno migliorare in maniera consistente.
Il risultato dice tanto, ma non tutto. Perché ieri la squadra di Inzaghi ha mostrato ancora pericolosi sbandamenti difensivi. La Cremonese arrivava con estrema facilità nell’area di rigore nerazzurra, creando troppe occasioni da gol per essere una neopromossa che arriva a San Siro. Certo, la condizione fisica incide e, in questo senso, Skriniar e De Vrij appaiono ancora indietro, seppure entrambi abbiano anche fatto giocate decisive per non prendere gol (vedi lo slovacco che salva sulla linea). I reparti, però, non comunicano come dovrebbero e si avverte scollamento, con troppi uno contro uno concessi agli avversari, parecchie indecisioni posizionali e in marcatura sui cross. Non è, però, solo una questione di fase difensiva, visto che anche la costruzione di gioco – marchio di fabbrica dell’Inter inzaghiana – è ancora ingolfata e imprecisa, con troppi errori tecnici e concettuali.
Ecco, ci sentiamo di dire che se l’Inter dovesse ripetere questa prestazione difensiva contro il Milan, perderà la partita. E non di poco. I rossoneri, infatti, attuano un pressing iper-organizzato: i nerazzurri dovranno migliorare nella costruzione e quindi pure nella concentrazione, se non vogliono perdere palloni sanguinosi. Il Milan gode di frecce come Theo e Leao che con praterie del genere vanno a nozze, che vivono di uno contro uno, oltre a un Giroud che nei big match si esalta ed è pronto a sfruttare errori in marcatura dei difensori nerazzurri.
Siamo fiduciosi, però, sul fatto che tante cose cambieranno fra la partita con la Cremonese e il derby. Il livello di concentrazione sarà per forza di cose ai massimi livelli, ci sono altri giorni per migliorare la condizione fisica ma soprattutto per mettere in atto le dovute accortezze studiando a dovere i rivali. Ci sarà, inoltre, la componente rivincita per uno Scudetto sfumato e per i volgari festeggiamenti a suon di insulti ai giocatori nerazzurri. E poi, l’Inter, dovrà affidarsi ai suoi due campioni in fase offensiva: Nicolò Barella e Lautaro Martinez. Il primo, come detto, è ritornato sui suoi livelli eccezionali, mentre il secondo è già a quota 3 reti in campionato, oltre ad essere sempre più maturo e leader di questa squadra. Se la difesa funzionerà, se Barella e Lautaro faranno i Barella e Lautaro, allora l’Inter il derby potrà vincerlo.