Così come lo scorso anno, l’Inter di Simone Inzaghi si sta dimostrando allergica agli scontri diretti. Ovvero quando c’è da affrontare squadre dalle medesime (o quasi) ambizioni. Lo scorso anno, infatti, contro l’Atalanta alla 6ª giornata è arrivato un pareggio rocambolesco, contro la Lazio all’8ª addirittura una sconfitta, mentre contro la Juve il turno successivo ancora un pareggio, così come nel derby della 12ª. La prima vittoria è arrivata finalmente la giornata successiva, contro il Napoli, e alla 16ª contro la Roma. Le romane e i bianconeri rappresentano le uniche vittorie nel girone di ritorno, perché con Atalanta e Napoli è arrivato soltanto un punto, mentre col Milan si è addirittura perso.
E anche quest’anno, da questo punto di vista, non si può dire che sia partito sotto una buona stella. Anzi. Nelle prime 9 giornate i nerazzurri hanno raccolto 9 punti su 15, ma contro due neopromosse (Lecce, con molta fatica, e Cremonese) più lo Spezia. Ma quando ha dovuto affrontare compagini del calibro di Lazio e Milan è mancata nella personalità, soprattutto nel derby una volta passata in vantaggio, e nella voglia di azzannare la partita. Come se non avesse la convinzione dei propri mezzi. E qui il lavoro deve necessariamente essere più psicologico che tecnico-tattico.