Dopo i circa 71.000 spettatori raggiunti contro Sampdoria, Spezia e Cremonese, San Siro si tingerà di un nerazzurro intenso anche da qui a fine mese. Le vendite già registrate dall’Inter per i prossimi due impegni casalinghi di campionato parlano chiaro: oltre 70.000 biglietti già “volati” per la sfida del 1° ottobre contro la Roma di Mourinho, più di 60.000 invece quelli venduti per l’impegno di sabato 10 settembre contro il Torino, numeri che fanno supporre un facile “sold out” nelle prossime ore. Per non parlare della sfida di stasera in Champions contro il Bayern: sarà un San Siro bollente.
I tifosi nerazzurri sono abituati a seguire la squadra con costanza e assiduità, tanto da regalare all’Inter il primato nelle classifiche degli spettatori da otto anni a questa parte. La media a San Siro nello scorso campionato fu di 49.999 spettatori, la più alta del torneo, con un netto primato anche nel numero di tifosi totali nell’arco dell’intera stagione: per l’esattezza 1.128.377 spettatori lo scorso anno, anche a dispetto delle forti limitazioni alla capienza (con il ritorno al 100% solo da inizio aprile). I numeri di questo avvio stagionale confermano il trend, lasciando intravedere nuovi record all’orizzonte.
Questi i tifosi tangibili, quelli da stadio, quelli amano la bandiera, poi ci sono quelli che alla prima difficoltà sui social buttano merda su tutto: dalla proprietà fino a Simone Inzaghi (passando per gli Acerbi del caso e alla ‘bella statuina’ Handanovic). Dopo la sconfitta dell’Inter nel derby, diversi tifosi da tastiera si sono catapultati a scrivere di tutto su #inzaghiout inneggiando ad Antonio Conte, magari gli stessi che a suo tempo al tecnico leccese vomitavano di tutto su #conteout, rinfacciandogli il suo passato juventino e la scarsa confidenza alla Champions. Francamente è un giochino che non ci piace. E a leggere certi commenti … va bè, evitiamo offese. Ai poveri di fede ricordiamo la frase del buon Giacinto Facchetti, che il 4 settembre del 2006 ci lasciava per sempre: “Ci sono giorni in cui essere interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore”. E l’onore non si trova al supermercato.
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