Simone Inzaghi si aspettava che in un momento così difficile fossero due giocatori in particolare, simboli di questa Inter, a riprendersi in mano la squadra alzando il livello di un centrocampo finora deludente. Parliamo ovviamente di Nicolò Barella e Marcelo Brozovic. Il sardo e il croato, almeno fino al minuto 89 di Inter-Torino, non avevano risposto alle aspettative del tecnico e di tutti i tifosi nerazzurri e, probabilmente, la palma di peggiori in campo era da assegnare ex-aequo ad entrambi. Poi, però, ecco la giocata che fanno solo i grandi giocatori quando il livello si alza e la pressione pure, quella che restituisce loro la leadership dell’Inter: palla splendida di Barella, tocco dolce altrettanto splendido di Brozovic. Vale tre punti.
“Che a togliere le castagne dal fuoco siano stati proprio loro, investiti del ruolo di leader a furor di popolo per il peso specifico che rivestono anche nello spogliatoio, dà un valore aggiunto alla vittoria ottenuta al termine di una battaglia, quando per prevalere serviva metterci quel pizzico di cuore in più – scrive La Gazzetta dello Sport -. Lì, quando l’Inter ha avuto bisogno delle sue guide, la “B&B” si è materializzata per dare quella scossa di cui c’era bisogno“. Poi focus della rosea su entrambi.
“Il sardo prima di tutto, perché prima di quell’illuminante imbucata con il contagiri per l’amico Brozo sembrava un’altra serata incolore come quelle vissute all’Olimpico o nel derby. Molle e scarico per un’ora abbondante, anche contro i granata il centrocampista azzurro si è visto poco e niente a supporto dell’attacco, ma non c’è stata traccia di quei gesti di nervosismo e di quei continui rimbrotti per cui si è fatto notare in questo primo scorcio di stagione. La lucidità e la personalità esibite nel confezionare quell’assist al bacio sono poi la prova che il vero Barella è sempre lì. Tutt’al più, si tratta di lavorare sulla continuità e su quelle gambe che a volte sembrano non rispondere”.
“L’altro volto felice della vittoria nerazzurra è quel Brozovic che sta faticando a esprimersi ai suoi livelli abituali. Anche contro il Toro il croato è incappato in una lunga serie di sbavature, soprattutto in fase d’impostazione. Questione di movimenti e tempi sbagliati, grossolani errori tecnici figli forse anche di una condizione non ottimale. Eppure, il direttore d’orchestra non perde mai il tocco. L’inserimento centrale a squarciare la difesa e quel guizzo rapace per anticipare e beffare Milinkovic sono sempre frutto di quella magia che il croato in questo momento semplicemente fatica a esprimere con la consueta naturalezza. Resta il neo della quarta ammonizione rimediata, dettaglio non da poco. Ma nel frattempo il croato sta (ri)scoprendo quel vizio per il gol che aveva smarrito qualche anno addietro, dopo le prime tre stagioni in nerazzurro segnate da 12 centri in campionato. Con la rete al Toro seguita a quella realizzata nel derby, Brozo ha già eguagliato l’intero bottino delle ultime due stagioni, peraltro nello spazio di appena sei giornate (nuovo record personale). Chissà che il croato non ci prenda gusto”.
(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)