L’attacco dell’Inter (senza Lukaku) ha problemi sparsi e non è un caso che contro il Torino abbia sfondato solo con una giocata estemporanea di due centrocampisti (Barella più Brozovic). Bene Lautaro, ma Joaquin Correa? “L’argentino – scrive la Gazzetta dello Sport – è da troppo tempo che sembra tutt’altro giocatore rispetto a quello così fortemente voluto da Inzaghi l’anno passato. I 31 milioni spesi per strapparlo alla Lazio e l’ingaggio da 3,5 fino al 2025 avrebbero complessivamente meritato un altro apporto rispetto a quello dato finora dall’argentino: tra infortuni, errori e qualche accenno di lampo sparso qua e là, la prima stagione del Tucu a San Siro è stata abbondantemente sotto le aspettative.
Questo inizio anno con due reti in quattro partite (un terzo delle sei realizzate in tutto il campionato 2021-22), seppur nelle sfide con tasso di difficoltà ridotto contro Spezia e Cremonese, lasciava intendere uno slancio diverso per il futuro prossimo. Pareva l’alba di un nuovo Correa, la riscoperta del vero Joaquin. Ma le ultime prestazioni hanno riacceso la spia del dubbio: nella somma di derby, Bayern e Torino, il passo indietro del numero undici è evidente e rumoroso. Quei due gol sono arrivati negli unici tiri in porta in sei presenze e 171 minuti passati sul campo: sarà pure il 100% di realizzazione, ma sarebbe gradito provarci qualche volta di più. Quello 0 alla voce dribbling riusciti, poi, per uno che dovrebbe strappare in velocità, non fa crescere l’ottimismo attorno al Tucu.
Se domani a Plzen (in Champions) Lautaro si è strameritato col sudore l’ennesima chance da titolare, Inzaghi riflette sul partner migliore: Dzeko sembra ancora una incollatura avanti, anche perché Correa dovrebbe alzare un bel po’ l’asticella (e l’impegno) per insidiarlo”.
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