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Inzaghi, sveglia! La squadra non ti ascolta più

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Inzaghi ha paura. Il tecnico nerazzurro ha perso la cognizione dello spazio e del tempo intorno a lui, vive di angosce, di “se” e di “ma”, è l’ombra di se stesso, come se la seconda stella fosse il suo peggior incubo e non uno stimolo. Nella strada verso la perdizione non solo i 221 cambi in 45 partite, ma anche dichiarazioni post partita che sottolineano un evidente distacco con la realtà.

L’Inter di Inzaghi è un Inter che non ha avversari in campo, è un allenamento con dei fantasmi: cambi di formazione in corsa d’opera, difesa smembrata e conseguente perdita di concentrazione, urla verso giocatori sordi, sguardi spenti: l’insicurezza di Simone è l’insicurezza di un intero ambiente, con Marotta pronto a difendere il tecnico per non creare casi, Baccin e Ausilio confinati in tribuna e il presidente Zhang scomparso da settimane.

Ad aggiungere il fardello della sconfitta campale, anche i ritardi dei pagamenti di Digitalbits, l’annuncio in ritardo della seconda maglia, l’assenza dello sponsor di manica, il ritardo sullo stadio, le voci di una imminente cessione della società. L’Inter sta vivendo un periodo di transizione societaria che dovrà per forza di cose risolversi entro dicembre, ma la svolta in campo deve avverarsi molto prima.

Tre sconfitte in sei partite e gli undici gol subiti sono un campanello d’allarme evidente, ma sembra che il ritorno di Big Rom, uomo squadra nell’anno dello scudetto di Conte e ormai quasi scomparso dai radar, l’entusiasmo di agguantare il primo posto e arrivare alla seconda stella prima dei cugini, siano soltanto ostacoli. I giocatori non ascoltano più Inzaghi, qualcosa si è rotto. Il patto estivo dei big, sottolineato dalla Gazzetta, di neanche un mese fa, si è scolorito di già? Inzaghi è chiamato a reagire, ma alcuni giocatori devono tirare fuori gli attributi e prendere in mano lo spogliatoio. La stagione non è compromessa del tutto.

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Published by
Matteo Tombolini