Sportmediaset ha fatto il punto sulla panchina dell’Inter. “Simone Inzaghi non è al momento in discussione, nonostante l’hastag #inzaghiout e la voglia di molti tifosi di non vederlo più sulla panchina nerazzurra. La dirigenza è più riflessiva e si rende conto che sarebbe assurdo rinunciare ora a un progetto che comunque l’anno scorso ha portato due trofei, oltre a una qualità di gioco più che soddisfacente. Non si può, però, nemmeno rimanere a guardare senza intervenire dopo tre sconfitte in campionato, una casalinga in Champions, e i tanti gol subiti da una squadra che faceva della difesa uno dei suoi punti di forza”.
Oggi è previsto un nuovo confronto fra il tecnico e la dirigenza. “Il titolo del vertice di oggi sarà questo – scrive la Gazzetta dello Sport -. Vertice che assume importanza non tanto perché insolito – i confronti con il tecnico ci sono tutte le settimane – ma perché è la prima occasione di confronto dopo la sconfitta di Udine. Una sconfitta che in casa nerazzurra ha segnato un confine, ha fatto scattare allarmi rimasti silenziosi fino a quel momento. Inzaghi non rischia il posto, questo s’è capito, non è intenzione del club intervenire proprio perché la situazione è recuperabile e non siamo sull’orlo del burrone. Ma i bonus sono finiti. E nei prossimi 40 giorni, ovvero fino alla pausa per il Mondiale, sia l’Inter sia il suo allenatore si giocano tutto. Se il trend non dovesse mutare, allora si aprirebbero scenari impensabili. O meglio, impensabili fino a prima di Udine, cha chiamano in causa anche la posizione dell’allenatore.
“La prima è la condizione atletica. I dubbi iniziali sono diventati realtà, la squadra è apparsa poco brillante e anche diversi giocatori se ne sono lamentati con lo staff tecnico. Manca lo spunto specie nella seconda parte delle partite, lo sprint che permette di arrivare primi sulle seconde palle.
L’altro aspetto critico che sarà affrontato oggi è quello mentale. Almeno quattro degli 11 gol subiti in campionato sono arrivati dopo errori marchiani. Errori, appunto, che non possono dipendere dalla scarsa tecnica individuale, ma dalla poca attenzione e concentrazione.
Altro nodo sul tavolo di Appiano: la confusione. Termine volutamente generico, che tiene dentro molteplici aspetti. I dirigenti non hanno la minima intenzione di entrare nelle scelte tecniche di Inzaghi, che restano – come è naturale che sia – di sua esclusiva competenza. Però è evidente come su alcune decisioni sia logico discutere. Decisioni a volte istintive – leggasi le sostituzioni, Udine è stato solo l’ultimo esempio – che corrono il rischio di togliere certezze al gruppo, di aggiungere pressioni inutili”.