L’agente Andrea D’Amico è stato intervistato da Radio CRC: “Il nostro sistema ha dei grandi problemi da tanti anni, non a caso ci sono ogni anno società che falliscono. È un sistema che va rivisitato perché è un modello di business che non rende più. È normale che quando le squadre sono in difficoltà arrivano delle società estere pronte ad acquistare il club a poco. Se le società fossero in buona salute non potrebbero venire imprenditori americani a comprare a prezzi di saldo, per poi rivitalizzare il prodotto”.
“Oggi come oggi fare calcio equivale a fare investimenti importanti, avere delle strutture e comparare giocatori. Abbiamo visto la favola del Chievo scomparire, così come Carpi; Ancona e tante altre squadre. Si dice che i piccoli stanno male, ma i grandi come la Juve e l’Inter stanno peggio. I grandi club hanno la fortuna di avere delle spalle forti, negli anni precedenti si cercava di aggiustare un po’ il discorso con le plusvalenze. Vendere a molto e comprare bene a poco è il fattore di successo per ogni azienda, ma da solo non basta”.
La Gazzetta dello Sport esalta Dimarco: “Segnali da Budapest non solo per Roberto Mancini, ma anche per Simone Inzaghi. Sì, perché la serata ispirata di Federico Dimarco sul campo della Puskas Arena avrà riempito anche gli occhi del tecnico nerazzurro. Che peraltro conosce bene le doti e le attitudini del suo “jolly” mancino. Ma se l’intraprendenza e la brillantezza esibite dal 24enne lombardo nelle ultime due uscite in azzurro con tanto di primo gol e simbolico titolo di migliore in campo contro l’Ungheria (da condividere con Donnarumma), sono la conferma del positivo inizio di stagione anche nell’Inter, è il “vestito” assegnatogli da Mancini a offrire nuovi spunti in chiave nerazzurra”.