Andrea Pinamonti ha parlato a La Repubblica: “A casa siamo sempre stati interisti. Mio papà è sempre stato un appassionato: prima che nascessi andava in curva a vedere l’Inter, un bel viaggio da casa. Mi portò a San Siro che ero piccolissimo, non ricordo nemmeno la partita”.
“Quando arriva la domenica e non giochi, rosichi. Ma capivo chi avevo davanti. Anzi, Conte lo devo ringraziare, sono cresciuto tanto quell’anno. A gennaio avevo chiesto al mister di poter andare via, lui è stato sincero, mi ha detto: non posso dirti che sarai titolare, ma voglio che tu stia qui, i benefici li vedrai in campo. Ho dovuto mangiare tanta m… Ma ho avuto la soddisfazione dello Scudetto, che sento molto mio perché sono cresciuto lì da quando avevo 14 anni. E a Empoli ho visto che riuscivo ad applicare le cose imparate allenandomi contro i difensori dell’Inter”.
L’ad corporate dell’Inter Alessandro Antonello ha parlato al ‘Wired Next Fest‘ di Milano: “La pandemia ha accentuato fattori già presenti nel sistema del calcio. L’Inter, come gli altri grandi club, hanno sofferto più di altri, soprattutto per il venir meno degli introiti da stadio. I fan ora possono venire allo stadio liberamente, e noi dobbiamo cercare di coniugare sostenibilità finanziaria e la competitività sul campo. Nei momenti di difficoltà questi due elementi devono convivere e la sostenibilità deve garantire la continuità dei club”.